Roma, la Regione Lazio ripensa il sistema adozioni: ripartire da una maggiore integrazione di servizi pubblici ed enti autorizzati

mazzarotto-convegnoIl sistema delle adozioni deve vedere tutti coinvolti, ciascuno con le proprie responsabilità, perseguendo due obiettivi principali: migliorare il servizio e fare interagire i vari attori del sistema. Questo il monito che Antonio Mazzarotto, dirigente delle Politiche per l’Inclusione della direzione Salute e Politiche sociali per la Regione Lazio, ha lanciato nel corso dell’ultimo incontro formativo dedicato agli operatori del settore per la presentazione del nuovo piano regionale per l’adozione internazionale. Il “Percorso formativo per il personale delle Aziende Sanitarie Locali e dei Comuni operante nell’ambito dei Gruppi Integrati di Lavoro per le Adozioni (GilA) e degli Enti Autorizzati”, partito nel 2015, si è infatti concluso martedì 13 dicembre a Roma, con un incontro dedicato all’illustrazione delle proposte per riorganizzare il sistema delle adozioni nel Lazio.

Tra gli enti rappresentati, presente anche Amici dei Bambini con una delegazione costituita dalla responsabile delle relazioni istituzionali Marzia Masiello, dalla referente della sede di Roma Margherita Plotti e dalla psicologa Irene Castellina. Il percorso formativo ha visto la partecipazione complessiva di circa 300 operatori dei servizi territoriali e degli enti autorizzati, coinvolgendo anche esperti nazionali e internazionali e rappresentanti istituzionali in un’analisi del tema adozioni da molteplici punti di vista.

L’incontro conclusivo ha segnato il punto di arrivo di un lavoro congiunto tra servizi pubblici ed enti autorizzati. Proprio una maggiore sinergia tra questi ultimi è l’obiettivo che il nuovo piano della Regione Lazio si propone di realizzare. “Se tanti bambini nel mondo sono stati accolti – ha ricordato Mazzarotto -, lo dobbiamo agli enti autorizzati. Ma, come per il settore pubblico, anche per questi serve ora fare uno sforzo per migliorare il servizio. Per questo, nel nuovo modello regionale, è necessario integrare gli enti e valorizzare ulteriormente i soggetti pubblici”.

In concreto la proposta prevede una riduzione dei GilA controbilanciata da una maggiore chiarezza di regole certe e dall’integrazione tra le varie realtà del settore. “A questo scopo – raccomanda Mazzarotto – le équipe territoriali dovranno impegnarsi in un intenso lavoro di rete.

Attenzione particolare è stata dedicata al tema del post-adozione. “Una buona valutazione che precede l’adozione – ha ricordato il dirigente regionale – non è sufficiente a garantire una buona adozione. Occorre investire molto sul post. Oggi – ha spiegato – mediamente vengono effettuati 10 incontri, tra colloqui e visite, per arrivare alla valutazione di una coppia e soltanto 6 nel post-adozione”.

Il nuovo modello sarà messo nero su bianco dalla Regione Lazio in un documento redatto sulla base dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) che saranno pubblicati nel piano sociale regionale del prossimo inverno.