Adozione Internazionale. Ai.Bi. riaccreditata in Romania. Per ora accoglienze possibili solo per coppie miste

romaniaL’adozione internazionale, da anni al centro di una grave e profonda crisi, comincia a rivedere la luce da est. Proprio da dove sorge il sole. Al di là dell’interpretazione astrologica, il fatto concreto, e positivo, è che non solo le adozioni realizzate con Amici dei Bambini nei Paesi dell’Europa dell’Est sono in aumento, ma Ai.Bi. continua ad adottare in Romania.

Grazie al riaccreditamento valido fino al prossimo settembre 2016, Ai.Bi. varca nuovamente il confine da quando l’Autorità Centrale della Romania (ORA) ha deciso di riaprire le adozioni internazionali chiuse dal 1 di gennaio 2005 (quando è entrata in vigore la Legge 273/2004 sul regime giuridico delle adozioni), e di esaminare nuovi dossier a partire da settembre 2013.

Il riaccreditamento di Ai.Bi. in Romania è una grande opportunità: un minore proveniente dal Paese dei Carpazi può essere adottato in Italia solo da coppie miste (con un genitore italiano e uno rumeno) o da coppie sue connazionali (con entrambi i genitori rumeni) che possono quindi adottare nel proprio Paese d’origine.

Per intraprendere l’iter adottivo in Romania è necessario essere in possesso del decreto d’idoneità, emesso dal Tribunale per i Minorenni territorialmente competente. I requisiti fondamentali stabiliti dalla legge sono: i coniugi devono essere sposati da almeno 3 anni o aver convissuto in modo stabile e continuativo prima del matrimonio per un periodo di 3 anni.  La differenza di età tra i coniugi e l’adottato deve essere compresa tra i 18 e i 45 anni. Questo limite può essere derogato per i coniugi che adottano due o più fratelli, se esiste già un figlio naturale minore in famiglia o quando uno solo dei due coniugi supera il limite massimo di età, in misura non superiore a 10 anni.

Ottenuta l’idoneità dal Tribunale per i minori, la coppia avrà un anno di tempo per conferire mandato ad uno degli Enti Autorizzati dalla Commissione delle Adozioni Internazionali al fine di espletare l’iter adottivo. Secondo la legislazione rumena sono eleggibili per l’adozione internazionale i bambini per i quali non è stato possibile identificare una famiglia adottiva residente in Romania, entro un periodo di 2 anni dalla sentenza irrevocabile di approvazione dell’apertura della procedura di adozione nazionale. I bambini adottabili hanno quindi non meno di 3 anni.

Una grande occasione dunque per  la popolazione rumena residente nel nostro Paese  che sfiora il milione di persone: nel 2012, secondo i dati Istat, toccava quota 933.354. Facile capire, quindi, quanto possa essere probabile per un bambino romeno abbandonato o orfano trovare una nuova famiglia in Italia.

Infine alcuni dati che rincuorano su una lenta ma costante ripresa delle adozioni dai Paesi dell’Est. Nei primi 7 mesi del 2015 i minori stranieri provenienti dalle zone orientali del Vecchio Continente e accolti da famiglie italiane che avevano affidato il mandato ad Ai.Bi. sono stati 33. Ben 14 in più di quelli la cui adozione si era conclusa nello stesso arco di tempo del 2014, quando ci si fermò a 19. Un aumento del 73,7% che lascia ben sperare per il destino di una realtà tanto affascinante quanto in serio pericolo come l’adozione internazionale in Italia.

La ciliegina sulla torta è stato l’arrivo del 34esimo minore dell’Est Europa adottato con Ai.Bi. nel 2015,  giunto nel nostro Paese il 31 luglio. È un bambino di 4 anni, accolto da una coppia della provincia di Pisa, grazie alla quale ha trovato anche un fratellino più grande. L’ulteriore buona notizia è che il nuovo arrivato è originario del Kosovo, dove Ai.Bi. non adottava da 2 anni. Il Paese balcanico conferma quindi la ripresa dell’adozione internazionale nell’Europa orientale.