Ru486 senza ricovero e fino alla nona settimana: al via l’aborto fai da te

Marina Casini del Movimento per la Vita: “Le donne saranno sole in un momento difficile per la loro salute, mentre l’eliminazione di una vita umana viene banalizzata”.

La pillola abortiva Ru486 potrà essere assunta, senza ricovero obbligatorio, fino alla nona settimana di gestazione.

Queste le nuove linee guida per l’aborto farmacologico che saranno emanate dal Ministero della Salute, anticipate nei giorni scorsi dal Ministro Speranza.

Secondo le nuove direttive, trascorsi 30 minuti dall’ingerimento della pillola Ru486, sarà possibile tornare immediatamente nelle proprie case, in netto contrasto con quanto fino ad oggi previsto per la sicurezza della donna, ossia tre giorni di ricovero in una struttura ospedaliera.

Sarà inoltre possibile decidere di interrompere la gravidanza fino alla nona settimana di gestazione, due settimane oltre a quelle stabilite precedentemente.

Una scelta accolta da una parte della società civile come un segno di maggiore attenzione e cura verso la figura femminile.

Ma siamo certi che le donne in questo modo saranno veramente più libere e tutelate?

Le donne saranno sole in un momento difficile per la loro salute, mentre l’eliminazione di una vita umana viene banalizzata” sottolinea Marina Casini del Movimento per la Vita.

Sono molte le testimonianze come la sua pervenute dal mondo cattolico e dai movimenti per la famiglia e per la vita.

Non è vero che con questa determinazione le donne sono più libere. Sono invece più sole e abbandonate a loro stesse sia dal punto di vista medico-sanitario che da quello psicologico”, dichiara Alberto Gambino presidente di Scienza & Vita e Prorettore vicario dell’Università Europea di Roma.

Assumere la Ru486 senza ricovero è un attentato alla vita e alla salute della donna, alla quale viene indicata una soluzione che banalizza l’aborto e che la lascia sempre più sola in una decisione drammatica”, afferma Massimo Gandolfini dell’Associazione Family day in una nota.

La decisione del Ministro della salute

La decisione del Ministro è avvenuta a seguito della scelta, da parte della Regione Umbria, di eliminare la possibilità di ricorrere all’aborto farmacologico in day hospital.

Da qui è scaturita la richiesta di parere, da parte del Ministro della Salute, al Consiglio Superiore di Sanità e la nascita delle nuove linee di indirizzo.

Il rischio è però quello della banalizzazione di un atto, al di là di ogni principio etico, comunque invasivo e pericoloso per la salute della donna, perché dopo l’assunzione delle pillole, sarebbe lasciata completamente sola con il suo dramma.

Questa può considerarsi veramente emancipazione e libertà?

Gianfranco Girotti vescovo emerito della Penitenziaria Apostolica in un’intervista a Repubblica sottolinea:

“Ritengo che sia contrario ad ogni principio etico parlare di un passo in avanti verso una maggiore libertà delle donne. L’unica conquista sarebbe aiutare le donne a non abortire, a portare a termine le proprie gravidanze, a dare la vita e non il contrario”.