San Pedro, il carcere dove non tutti i figli sono uguali

bolivia carcereCielo a scacchi e ore del giorno scandite dal suono cupo dei cancelli che si chiudono a chiave. E’ la quotidianità di decine di bambini boliviani nel carcere di San Pedro, nella capitale La Paz. Dove risiedono insieme ai loro genitori.

Tra i piccoli ospiti del carcere ci sono i ‘fortunati’ e non fortunati. Un progetto realizzato dall’Associazione Genitori della Famiglia di San Pedro (Apfsp) cerca di rompere la routine dei bambini, garantendo pasti completi almeno due volte al giorno. Ma non a tutti.

I carcerati con figli hanno aderito all’ Associazione dei genitori della famiglia di San Pedro (APFSP); a turno si alternano per preparare i pasti fin dalle cinque del mattino. I detenuti in cambio del lavoro non ricevono una paga, ma un ‘credito ore’ che poi scontano per la redenzione della pena. I genitori che non possono prender parte all’iniziativa, devono invece cucinare all’interno delle celle.

Nel progetto proposto dall’Apfsp viene data grande attenzione alla varietà degli alimenti, preparati a colazione e pranzo. Il lunedì mattina viene servito latte con quinoa, il martedì camomilla, il mercoledì budino di riso e via di seguito. A pranzo uno dei piatti tipici del menu è la zuppa di quinoa o lenticchie con riso e carne macinata. Ogni settimana il «menù del giorno di festa» rompe la quotidianità surreale dei ‘piccoli carcerati’.

Di solito è il sabato. Che non a caso è il giorno preferito dei più piccoli. Un dolce, la gelatina o lo yogurt alla frutta basta a far felici i bambini. E per coloro che hanno parenti, il fine settimana è anche il giorno delle passeggiate fuori dalla prigione. Il 12 aprile in Bolivia si celebra il Día del Niño, letteralmente «Giorno del Bambino», istituito dall’Onu per ricordare i diritti dei bambini. Come per il giorno di Natale, il pranzo nel carcere di San Pedro cerca di offrire il senso della festa ai bambini presenti.

Ma il dramma è che per tutti gli altri giorni dell’anno, molti piccoli restano esclusi persino dai pasti preparati nella mensa del carcere. Tra tutti quelli che vivono nel carcere, sono 81 quelli che accedono ai pasti realizzati all’associazione. Per gli altri bambini i cui genitori non hanno accesso al servizio, l’unica soluzione è attendere che un recluso estingua la pena detentiva e liberi il posto.

Fuori dal programma alimentare, restano di soliti i bambini con più di sei anni o quelli che scambiano la notte con il giorno e quindi quando tutti dormono, loro hanno fame. Ma in quel caso, i genitori devono arrangiarsi a preparare le pappe in cella su stufe di fortuna.

 

Fonte: paginasiete.bo