Dare una sberla ai propri figli non è più reato… anzi 

Per i magistrati del Tribunale di Roma: “la madre ha indubbiamente ritenuto di esercitare quel potere/dovere di educazione e correzione dei figli che deve essere riconosciuto in capo a ciascun genitore”

Se un genitore ,  nell’esercizio del proprio diritto/ dovere di correggere un figlio per un grave comportamento, “molla ” un ceffone ad un proprio figlio , non è perseguibile legalmente : questo il succo della sentenza del tribunale di Roma.
La storia è quella di una famiglia in difficoltà, dove una donna sola deve badare a quattro figli e a una nonna. Una situazione che la porta a sfogare la sua frustrazione con urla e percosse, soprattutto nei confronti della figlia maggiore, che a soli 12 anni aveva iniziato a inviare foto sexy a un ragazzo più grande conosciuto su Instagram.

L’eccesso colposo

Per questo episodio, avvenuto a febbraio del 2016, la madre viene prosciolta dal tribunale di Roma, che riconosce il suo diritto di educare e correggere i figli, anche se con un “eccesso colposo”. È una sentenza, però, che fa discutere, anche perché le pene corporali sono ormai vietate e la figlia non ha sporto denuncia.

La condanna per violenze fisiche e psicologiche

La donna, invece, è stata poi condannata a un anno e sette mesi per le violenze fisiche e psicologiche che ha continuato a infliggere alla figlia e persino alla propria madre nei mesi successivi. La pena, però, è stata sospesa e sostituita da un percorso di recupero, per non aggravare ulteriormente la situazione familiare.

La comprensione nei confronti della madre

La figlia, oggi maggiorenne, ha raccontato la sua vicenda agli assistenti sociali e alla polizia, mostrando comprensione per la madre, che si sentiva sopraffatta dalla vita. Dopo l’episodio delle foto osé, però, i rapporti si sono incrinati ulteriormente:  la madre perdeva sempre più spesso il controllo in casa, tanto che la figlia, se ne è andata a vivere con un’amica.

[Fonte: La Stampa]