Scandicci (Fi): il bambino abbandonato non chiede un vitalizio, ma solo un po’ d’amore

saxofoneCome cambierebbe la vita di una famiglia modesta se un bel giorno potesse contare sul ricco vitalizio di un signore danaroso? E come si trasformerebbe invece l’infanzia di un bambino abbandonato se sapesse che, in qualche angolo del mondo, c’è qualcuno che compie un gesto di generosità per fargli sentire il suo amore? Questa seconda domanda è di certo la più importante ed è quella a cui fornirà una risposta il pubblico che accorrerà, mercoledì 6 maggio, al Teatro Aurora di Scandicci, in provincia di Firenze. Per l’occasione, l’associazione culturale Teatreria  propone lo spettacolo “Il Vitalizio”, a cura della società di produzione Saxofone Srl. Non solo un’opportunità di divertimento, ma soprattutto il momento giusto per un grande atto di solidarietà: parte dell’incasso, infatti, sarà devoluto ad Amici dei Bambini a sostegno dei suoi progetti di lotta all’abbandono in Italia e nel mondo. Due le repliche previste: la prima alle ore 16 e la seconda alle ore 21.

“Il Vitalizio” è una commedia vivacissima scritta nel 1928 dall’autore toscano Ugo Romagnoli che traccia  il quadro di una Firenze modesta, animata dal lavoro di famiglie semplici, il cui spettro è incarnato da colui che periodicamente arriva a reclamare l’affitto. Ma con un “vitalizio” di un ricco signore, si potrebbe sperare in qualche vantaggio… Da qui parte una serie di sorprese tragicomiche che non smetteranno di divertire il pubblico fino all’ultima riga del copione.

Di professione direttore dell’Istituto Case Popolari fino al 1927, Ugo Romagnoli è uno scrittore per diletto, ma capace di dimostrarsi sempre poliedrico: la sua attività letteraria spazia dalle novelle al romanzo, dal saggio alla commedia. Le sue commedie popolari sono anche il risultato del suo attento studio del teatro vernacolare fiorentino. Firma le prime commedie con lo pseudonimo di Max Dupon, che abbandona dopo aver raggiunto il successo, quando fonda la Staf (Società teatrale artistica fiorentina). Dopo la guerra entra nel comitato che promuove la nascita di una grande compagnia teatrale che portasse il teatro toscano alle antiche e gloriose tradizioni. Alla sua scomparsa, avvenuta nel settembre 1960, è salutato come “il più popolare degli scrittori fiorentini”.