Sculacciate, sì o no? In Francia arriva la legge. In Italia ancora no

sculacciata-593x443Il battipanni è un comune arnese domestico che nella memoria di alcuni desta timore. Il perché risiede nel fatto che veniva utilizzato da parte dei nostri nonni e dalle maestre per punire i bambini dispettosi.

Se è vero che questo metodo per sculacciare i piccoli indisciplinati è ormai in disuso, tuttavia, non sono mai venuti meno i ceffoni e le sculacciate. Maestre e mamme e papà, infatti, ricorrono ancora a quest’ultime per punire i più “discoli”.

A vietare la violenza, domestica e non, nei confronti dei minori, al momento sono 47 Paesi che hanno aderito con le loro leggi alla “Global initiative to end all corporal punishment of children”.

E in Italia? Il nostro Paese non ha ancora raggiunto pienamente il club di quelli che hanno scritto nelle proprie leggi il divieto alle punizioni corporali. Eppure vige una sentenza della Corte Costituzionale del 1996 che si è espressa contro l’uso di percosse nei confronti dei bambini.

Sta, invece, correndo ai ripari la Francia che ha presentato un emendamento, al testo della legge sull’uguaglianza e la cittadinanza, nella parte che riguarda l’autorità genitoriale, sulla base del quale è proibito qualsiasi trattamento crudele, degradante e umiliante, comprese le punizioni corporali.

Tra i Paesi che ancora non soddisfano i requisiti anti-sculacciata ne figurano sei europei: il Belgio, la Repubblica Ceca, Monaco, la Russia, la Svizzera e infine il Regno Unito. In questi stati non è ancora riconosciuto ufficialmente il divieto di picchiare i bambini in casa né la totale inutilità educativa delle punizioni corporali, ormai accettata universalmente dagli psicologi.

Fonte: Corriere della Sera