Scuola. Banchi con le rotelle piccoli, scomodi e instabili: bocciati!

Anche il sindaco di Codogno ha commentato criticamente: “Se ci sono alunni alti non entrano”

Piccoli e scomodi, dopo gli autoscontri improvvisati in alcune classi (e di cui sono arrivate le testimonianze fotografiche), i banchi a rotelle vengono bocciati dagli alunni dopo la prima settimana di scuola dell’era post-Covid. E, se i primi di questi banchi sono stati consegnati, per volontà del Commissario straordinario Domenico Arcuri, a Codogno, comune simbolo dell’emergenza sanitaria, proprio dalla stessa città arrivano le prime proteste. Addirittura per bocca del sindaco, Francesco Passerini. “Se ci sono alunni alti – ha detto il primo cittadino – non ci entrano”. Lo riporta il quotidiano Il Messaggero. E non sarebbe l’unico problema. “Lo spazio per le gambe – riporta ancora il quotidiano – è ridotto e, effettivamente, un ragazzo un po’ più alto dovrebbe trascorrere la mattinata con le gambe distese in avanti perché sotto al banco proprio non ci stanno”.

Scuola e banchi con le rotelle: non convincono neanche le dimensioni dello scrittoio

Ma “a non convincere sono anche le dimensioni dello scrittoio: piccolo e instabile. Appoggiandocisi sopra col gomito, si piega e comunque si muove. Se poi ci si mette sopra anche il vocabolario, la frittata è fatta”. E, così, le scuola hanno dovuto ordinare i nuovi banchi senza poterli collaudare e, sui 2,4 milioni complessivi, 400mila sono quelli in consegna. Il dramma, però, è che i banchi monoposto sono scomodi. Otto ore in classe seduti in quel modo potrebbero essere dannose per la schiena e la postura.

La mancanza di spazio per i vocabolari potrebbe inoltre rendere questi banchi poco fruibili per quelle scuole in cui lo spazio necessario è fondamentale: si pensi ai licei artistici o alle scuole tecniche, dove sul banco devono trovare posto anche squadre e strumenti da disegno. Chiaro che, con un banco che a malapena sopporta un vocabolario e che si dimostra instabile, questo tipo di attività diventerebbe complicatissimo. Il rischio, secondo Il Messaggero, è quello di incorrere in un nuovo flop delle lavagne multimediali, che furono consegnate nel 2006. In molti casi vennero usate solo dopo anni, quando, ormai, erano già superate.