Scuola, per un buon inserimento dell’alunno adottato la parola d’ordine è ascolto

bambini scuola spalle 400 286Il buon inserimento dei bambini adottati a scuola passa attraverso 10 semplici regole. Quelle che la scrittrice ed esperta di adozioni Anna Genni Miliotti propone a circa un mese dall’inizio del nuovo anno scolastico, per dare il tempo agli insegnanti di prepararsi all’eventualità di accogliere, da settembre o nel corso dei mesi successivi, un nuovo alunno proveniente da lontano e con una storia speciale alle spalle. Un piccolo decalogo, quindi, elaborato tenendo presente le diverse esigenze degli studenti, delle famiglie e dei docenti, nel rispetto delle direttive emanate nel 2014 dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca proprio in materia di inserimento scolastico dei minori adottati.

Queste, definite “Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati”, sono un documento frutto della collaborazione tra Miur e Care (Coordinamento delle famiglie adottive e affidatarie in rete), finalizzato a rendere più facile l’inserimento scolastico dei bambini accolti in adozione: direttive concrete, ricche di indicazioni, suggerimenti e buone prassi che ogni scuola può riadattare nel modo che ritiene più adeguato al proprio contesto.

Rifacendosi alle Linee di indirizzo del Miur, Miliotti fornisce quindi i suoi 10 consigli, in cui le parole d’ordine sono soprattutto ascolto e collaborazione, in particolare tra insegnanti e famiglia adottiva.

Il primo passo da compiere, infatti, è un incontro tra docenti e genitori: un dialogo comprensivo e accogliente, nel rispetto del percorso difficile e stressante che l’iter adottivo ha rappresentato per genitori e figli, finalizzato all’ingresso scolastico dell’alunno nei tempi e nei modi utili al caso specifico.

Allo stesso tempo, gli insegnanti dovrebbero raccogliere informazioni sul minore: il suo percorso scolastico pregresso, il livello e gli eventuali disordini nell’apprendimento. Tutti aspetti da verificare, poi, con appositi test effettuati dopo un periodo di “prova”.

Si giunge così al momento dell’iscrizione, i cui modi e tempi, così come la scelta della classe in cui inserire il minore, posso richiedere soluzioni mirate. La decisione finale spetta al dirigente scolastico, in accordo con la famiglia e dopo aver sentito gli eventuali pareri dei professionisti che seguono il bambino.

Arriva così il momento della vera e propria accoglienza in classe. In vista di quel giorno non va preparato solo il minore adottato, ma anche tutti i suoi compagni. Compito dell’insegnante è quello di prevenire curiosità e atteggiamenti che potrebbero diventare fonti di possibili disagi: parlare di adozione in classe, sottolinea Anna Genni Miliotti, significa attivare una risorsa umana e sociale. I docenti per primi, in vista dell’arrivo dell’alunno adottato, devono prestare attenzione agli strumenti che utilizzano. Secondo la scrittrice sarebbe meglio sostituire alcuni di essi, come l’albero genealogico per la ricostruzione della storia personale dei bambini, con modalità più aderenti al contesto sociale e familiare a cui il nuovo alunno appartiene. Evitando, quindi, che questi si possa sentire diverso ed escluso.

Sotto l’aspetto prettamente didattico, Miliotti fornisce 3 indicazioni. Innanzitutto l’attivazione, se necessario, di un supporto linguistico nella scuola dell’obbligo. Quindi l’elaborazione di un programma didattico specifico adatto alle esigenze dell’alunno, da affiancare a un analogo programma relazionale ad hoc per favorire l’integrazione in classe del minore. Infine l’adozione di libri di testo e di lettura che affrontino in modo corretto le diverse realtà sociali presenti in classe, comprese le famiglie adottive e le culture di provenienza degli adottati.

La decima e ultima indicazione, come a voler chiudere il cerchio, punta, come la prima, sulla collaborazione con la famiglia: un rapporto che va mantenuto nel tempo per costruire insieme un percorso utile al benessere e all’integrazione dell’alunno adottato.

 

Fonte: Giunti Scuola