Scuole chiuse. A casa il 48% degli studenti italiani. Si rischiano ricorsi sui voti

Sono tre milioni e 600mila gli alunni costretti alla didattica a distanza da oggi. Presidi e professori temono contestazioni su valutazioni e interrogazioni

Scuole chiuse: tre milioni e 600mila sono, da oggi, lunedì 16 novembre, gli studenti costretti a seguire le lezioni da casa in tutta Italia. Un effetto dell’aggiornamento delle varie “zone” critiche del Paese. Tra questi ci sono: 2,7 milioni di studenti di tutta Italia, 400mila alunni della Campania, 170mila della Calabria e 321mila di seconda e terza media delle zone rosse. In totale si tratta del 48% della popolazione complessiva degli studenti italiani. La scuola, così, torna a essere una realtà prevalentemente virtuale. E virtuali diventano, giocoforza, anche le interrogazioni e i compiti in classe. Il rischio, però, con questa modalità, è che ci sia una pioggia di ricorsi da parte delle famiglie sulle valutazioni assegnate ai figli.

A sottolineare il problema è anche, intervistato da Il Messaggero, Stefano Sancandi, dirigente scolastico del Primo Levi di Roma. “Un giudizio così diverso dal passato – dice – è a rischio di ricorso da parte delle famiglie. Le insufficienze in pagella verranno di certo contestate in una fase come questa, anche a causa dei programmi che vengono spesso ridotti”. Ma, aggiunge il preside, “se riusciamo a rientrare a scuola almeno a gennaio avremo il tempo di fare una verifica alla vecchia maniera”. “La valutazione deve essere flessibile – prosegue Sancandi – se non possiamo fidarci del compito scritto al 100%, dobbiamo considerare l’impegno e la partecipazione alle lezioni. Un altro aspetto da considerare sono le assenze: in presenza quando uno studente entra a scuola ci resta per l’intera giornata. Ma con le lezioni online sta capitando di vedere ‘sparire’ gli alunni per un’ora e poi rientrare: sono assenze a tutti gli effetti”.

Scuole chiuse e studenti a casa: documenti e questionari

Una visione positiva cerca di darla Susanna Loche, docente di materie letterarie al Polo Tecnico Devilla di Sassari.Fortunatamente il primo mese si è svolto in presenza – spiega – così ho potuto conoscere i ragazzi di persona. Ora la situazione ci impone la distanza e dobbiamo saper sfruttare al massimo le piattaforme che abbiamo a disposizione: posso condividere un documento e far partecipare i ragazzi alla stesura di una mappa concettuale. Il digitale è uno strumento e ha un linguaggio vicino ai giovani, permette di salvaguardare l’attività collaborativa tra ragazzi. Una volta c’era il tema, ora programmiamo un questionario oppure utilizziamo documenti di Google che funzionano come fogli word, per svolgere l’elaborato e rispedirlo. Se copiano? Comunque avranno fatto una ricerca, si devono dar da fare anche per capire che cosa cercare: i docenti conoscono bene gli studenti e sanno valutarli”.