Kathmandu. “Ora più di prima le famiglie nepalesi hanno bisogno di tutti noi: non lasciamole sole”

nepal 13E’ un dramma continuo. Qui manca tutto: non servono solo tende, cibo e servizi ma anche un’assistenza psicologica perché la prova cui siamo sottoposti è molto forte. Lo è per noi che in fondo siamo qui in maniera provvisoria e che prima o poi torneremo alle nostre abitazioni, sicure in Italia, e soprattutto alle nostre famiglie. E’ intollerabile, se non insostenibile per chi ha già perso i propri beni lo scorso 25 aprile e ora sta ricevendo questo ennesimo colpo: una tragedia sulla tragedia”. A parlare è Silvia Cappelli, cooperante Ai.Bi. (Amici dei Bambini) in Nepal con l’altra cooperante Fulvia Clerici, in prima linea per aiutare mamme e bambini già dal primo terremoto dello scorso aprile.

“E’ gente che ha visto morire persone care – continua – o immagina che siano morte senza averle potute ritrovare tra le macerie. Le dimensioni gigantesche della catastrofe rischia di intaccare  il desiderio di continuare a vivere e la speranza in un futuro possibile. Per questo, le famiglie nepalesi hanno bisogno di tutto il nostro aiuto. Ora più di prima: non lasciamoli soli. Non giriamo loro le spalle”.

“La gente è terrorizzata – racconta Silvia –  è scesa per le strade. A Kathmandu il panico è stato generale, i genitori sono fuggiti con i bambini in braccio e sono crollati diversi edifici che erano già rimasti danneggiati dal sisma precedente: Questa è ora una città fantasma: negozi e attività commerciali chiusi e disperazione tra le macerie”

L’unica possibilità per questa gente è reagire: infondere loro coraggio e voglia di ricominciare per se stessi e per i loro bambini.

“E noi possiamo fare molto per loro – incoraggia Silvia –  nonostante la distanza che separa l’Italia dal Nepal. Ma è una distanza geografica non del cuore: e se si lo si ascolta e si agisce di conseguenza, possiamo fare sentire la nostra vicinanza e supporto. Concretamente: facendo donazioni con cui possiamo distribuire acqua, medicinali, allestire tende e dare tutto l’aiuto necessario”.

Per questo Ai.Bi., Amici dei Bambini rinnova il suo appello a favore della gente del Nepal con la campagna di Sostegno a Distanza “Sosteniamo le famiglie del Nepal”: un intervento di sostenibilità la cui efficacia è stata ampiamente dimostrata nel corso di altre emergenze del passato. Del tutto assimilabile a un normale Sostegno a Distanza comunitario da 25 euro al mese, il progetto punta a supportare l’accoglienza interfamiliare e i centri di accoglienza allestiti nei villaggi. La prima – iniziativa già partita nei primi giorni successivi al terremoto – consiste nell’aiuto economico offerto a quelle famiglie nepalesi, la cui casa non è stata distrutta dal sisma, disponibili a ospitare bambini, mamme o altre famiglie rimaste senza un tetto sulla testa. I secondi saranno invece dei punti di accoglienza pensati coloro che non vogliono allontanarsi dai propri villaggi e dalle proprie case, anche se queste ultime non sono più agibili. In attesa che inizi la ricostruzione, si provvederà ad assicurare assistenza, generi di prima necessità (cibo, acqua, coperte, medicinali) e animazione ludico-ricreativa per i bambini.

“E così il primo impegno è darsi da fare – continua Silvia –  senza tanti discorsi, dando l’esempio: l’unico modo per contrastare lo sconforto e la rassegnazione che invade di fronte all’enormità del disastro. Perché reagire e ricostruire è ancora possibile: lo dimostra la nostra presenza qui, in prima linea”.

Intanto il bilancio delle vittime, ancora provvisorio, è di 60 morti e oltre mille feriti, che va ad aggiungersi al precedente conteggio di 8.159. In particolare, 42 sono le vittime in Nepal, a cui vanno aggiunti 17 decessi nei confinanti stati indiani del Bihar e dell’Uttar Pradesh dove nelle metropoli ci sono state scene di panico e almeno un morto anche in Tibet.