Siria. Ad Idlib ancora bombe sugli ospedali: tra le vittime donne e bambini

siria fotoE’ un continuum senza fine. Una pioggia incessante di bombe che colpiscono indiscriminatamente centri abitati e punti sensibili come ospedali mietendo vittime soprattutto tra chi non ha la forza, la velocità o la possibilità di scappare. Come gli anziani, i malati e i bambini.

Loro sono le ennesime vittime dell’ennesimo attacco che ha raso al suolo un ospedale (nella provincia di Idlib) uccidendo medici e pazienti: quattro membri dello staff dell’ospedale e altre nove persone – tra cui cinque bambini e due donne – sono morti nei due attacchi aerei che hanno centrato direttamente l’ospedale e in quelli che hanno colpito le vicinanze dell’edificio intorno alle 14 ora locale di sabato 06 agosto. Altri sei membri dello staff sono rimasti feriti.

All’ospedale si rivolgevano, per cure d’urgenza e consultazioni, circa 250 pazienti al giorno, tra cui, appunto, molte donne e bambini. E questo è solo l’ultimo di una lunga lista che dal 15 febbraio scorso ad oggi ha visto proprio negli ospedali uno dei obiettivi maggiormente presi di mira.

Questo attacco avviene in un momento di rinnovata intensità di violenze nella provincia di Idlib. Proprio qui, infatti, nelle scorse settimane sono stati bombardati e distrutti anche altri luoghi di “ritrovo” dei civili: il forno umanitario realizzato da Ai.Bi. Amici dei Bambini e della ludoteca sotterranea. Anche qua, in entrambi i casi, si tratta di attacchi aerei e di bombe a grappolo con bilanci disastrosi: nel primo caso oltre a distruggere il forno, ci sono stati morti e feriti. Nel secondo caso, della ludoteca, per fortuna solo danni alla struttura senza il coinvolgimento di vite umane. L’asilo era infatti chiuso per la pausa estiva.

E intanto i bambini reagiscono come riescono per far sentire la propria voce e farsi notare dalla comunità internazionale. Hanno deciso di farlo incendiando pneumatici affinché elicotteri e jet non possano sorvolare più sulla città e non sgancino più barili bomba o altre armi devastanti. Lo fanno chiedendo scusa alle organizzazioni che si occupano di ambiente, perché bruciare pneumatici è nocivo; lo fanno chiedendo di non dimenticarsi di loro. Farsi vedere fin in cielo! Nell’articolo si trovano, foto e video da Aleppo.

Solo due giorni fa l’appello accorato del Papa:  “È inaccettabile che in Siria tante persone inermi, anche tanti bambini, debbano pagare il prezzo del conflitto, della chiusura di cuore e della mancanza della volontà di pace dei potenti”. Ma a soli due giorni di distanza dall’Angelus, altre vittime, altri bambini.

Proprio a loro si rivolge Ai.Bi con la campagna #Nonlasciamolisoli,  con interventi di prima e seconda emergenza che interessano le aree più colpite e martoriate dalla guerra: da Aleppo, a Binnish, Idlib, Homs e Rural Damasco. Visita la nostra home page e scopri come anche tu puoi schierarti dalla parte dei più deboli.