Siria, la fuga dei bambini che perdono ogni diritto

 bambini sirianiOgni 2 minuti, in Siria, 8 bambini fuggono dalle loro case e vanno ad accrescere il numero di profughi che rimangono all’interno del Paese, continuando a rischiare la vita e perdendo ogni diritto fondamentale alla salute, al nutrimento e all’istruzione.

È uno dei tanti dati drammatici di 3 anni di guerra civile in Siria. Secondo quanto riportato dal “Washington Post”, ogni minuto 3 siriani cercano di sfuggire al conflitto rifugiandosi nei Paesi confinanti e diventando profughi di guerra. Dal 15 marzo 2011, giorno in cui scoppiò il conflitto siriano, circa 2 milioni e mezzo di civili sono stati costretti a lasciare il proprio Paese: un dato in continuo incremento, come dimostra il fatto che un milione e mezzo di loro sono fuggiti nel corso del solo 2013, alla media impressionante di 4.110 persone al giorno.

I giovanissimi, secondo quanto denuncia l’Unicef, sono tra i più colpiti dal conflitto: nell’ultimo anno il numero di bambini sfollati è più che triplicato, passando da 920mila a 3 milioni.

Stando sempre alle statistiche pubblicate dal “Washington Post”, la guerra civile fa una nuova vittima ogni 10 minuti. Fino a oggi, l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha contato 146mila morti, ma il dato è sicuramente inferiore a quello reale. Le Nazioni unite hanno infatti rinunciato a tenere un registro ufficiale delle vittime, vista le difficoltà incontrate nel raccogliere informazioni. Ciò che si è potuto calcolare è che in Siria, negli ultimi 3 anni, sono morte circa 170 persone al giorno: un dato che fa di questo conflitto uno dei più sanguinosi al mondo.

Tutto ciò, tra l’altro, avviene mentre la situazione all’interno del Paese non accenna a farsi più chiara La popolazione da una parte è schiacciata dal regime e dall’altra non riceve aiuto dai ribelli, divisi e frammentati in diverse fazioni. Nel frattempo migliaia di civili continuano a morire o a fuggire valicando i confini nazionali o sfollando all’interno dello stesso territorio siriano., perdendo tutto ciò che possiedono.

 

Fonte: IB Times