Siria. Nel weekend bombardate due scuole. Gli unici posti al sicuro sono quelli sotterranei: ecco perché Ai.Bi vuole costruire un ospedale dentro la roccia

ospedaleTra sabato e domenica scorsi (8 e 9 ottobre) sono state bombardate due scuole ad Aleppo: per fortuna le lezioni erano appena terminate e i bambini erano già per strada. Per avere un’idea, una delle due scuole era frequentata da circa 200 bambini e se la campanella non avesse suonato giusto qualche minuto prima, sarebbe stata l’ennesima tragedia.

Ora di queste due scuole rimane solo un mucchio di macerie: è rimasto in piedi un pezzo di muro in cui in arabo c’è scritto “Vogliamo imparare nonostante le bombe” e così in una città distrutta quella che rimane è la forza di volontà e la determinazione dei bambini che vogliono andare avanti nonostante tutto.

Cosi come è altrettanto evidente che i bersagli “preferiti” sono scuole e ospedali, questi ultimi o sono andati distrutti o sono di fatto vuoti perché i medici sono impossibilitati dall’operare.

Soltanto tra il 6 e l’8 di ottobre, gli ospedali nell’est di Aleppo hanno riferito di aver ricevuto almeno 98 feriti, tra cui 11 bambini, e 29 persone uccise dagli attacchi aerei. “Durante i pesanti bombardamenti, i pazienti feriti dormono davanti agli ospedali, perché le sale e i corridoi sono pieni”, racconta Ahmed Laila, capo della Direzione della sanità di Aleppo est. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) inoltre, gli ospedali e le organizzazioni mediche sono preoccupati per le scorte di carburante, essenziali per il funzionamento dei servizi e delle 21 ambulanze che attualmente stanno lavorando in una zona di circa 250.000 persone.

Intanto i medici osservano con profondo dolore il deterioramento della crisi, incapaci di aiutare una popolazione in disperato bisogno. Al momento, ci sono solo 35 medici nella zona est di Aleppo e solo sette di loro sono in grado di effettuare interventi chirurgici su feriti di guerra, secondo gli ultimi dati della Direzione della sanità. I pazienti hanno accesso limitato alle cure sanitarie nei pochi ospedali ancora attivi e parzialmente funzionanti. I medici sono esausti, lavorando tutto il giorno per far fronte all’enorme afflusso di feriti.

In uno scenario così drammatico, però, i bambini hanno bisogno di sentirsi normali. Anche da questi aspetti si capisce quanto sia fondamentale, per le giovani generazioni siriane, offrire luoghi sicuri e protetti.

Proprio come il nuovo ospedale pediatrico che Amici dei Bambini, nell’ambito della sua campagna Bambini in Alto Mare, sta realizzando in Siria. Un centro sanitario con 35 posti letto e 19 incubatrici, servizi di ginecologia, pediatria e ostetricia capace di assistere 300 pazienti al giorno. Il tutto ricavato nella roccia sotto una collina, al riparo dalle bombe. I lavori per la sua realizzazione sono già iniziati, ma si tratta di un progetto ambizioso che ha bisogno del sostegno di tutti. Per aiutarci puoi effettuare una donazione online o un versamento al conto corrente postale 3012 intestato ad Amici dei Bambini. Il futuro dei bambini siriani dipende anche da te.