Siria: perché le mamme hanno smesso di allattare i propri figli?

breastfeeding_syria350Forse non tutti sanno che in Siria, alle condizioni già disperate in cui si trovano i bambini, si aggiunge il dramma delle giovani madri che non riescono più ad allattarli, a causa del cosiddetto stress post traumatico. Riportiamo di seguito la testimonianza diretta di Roberta Paci, volontaria espatriata di Ai.Bi. Amici dei Bambini in Siria, a cui abbiamo chiesto un parere a riguardo.

 

Nelle mie visite alle donne siriane, in molte mi hanno chiesto di aiutarle acquistando per i loro bambini latte, la frase più comune è stata: “Non chiedo nulla per me, solo il latte per mio figlio”.

Ho cercato allora di informarmi meglio in materia: se pediatri di tutto il mondo sostengono l’importanza dell’allattamento materno, è perché questo – è provato – diminuisce il rischio di mortalità infantile e rafforza il sistema immunitario del bambino. Esperti in materia sostengono che anche in situazioni d’emergenza, come quella siriana, le madri dovrebbero continuare ad allattare i propri bambini.

E però altrettanto vero che in Siria, già prima del conflitto, molte donne ricorrevano al latte in polvere, che veniva distribuito dallo stesso governo. Ma con la guerra, questo ormai non avviene più.

Non sono un’esperta in allattamento e non metto in discussione la sua importanza nella crescita dei bambini, anzi credo che programmi a favore dell’allattamento potrebbero essere fondamentali per la salute delle donne e dei bambini, ma la situazione in Siria oggi non lo permette.

I medici sono in numero scarso e i pediatri quasi assenti, non ci sono cliniche di salute riproduttiva  funzionanti nel paese, l’aumento dei parti cesarei è notevolmente aumentato, in quanto le donne hanno paura ad attendere un parto naturale, che potrebbe arrivare nel mezzo di una fuga o di un bombardamento. Una donna siriana mi ha raccontato di un’amica che ha partorito sugli scalini d’ingresso dell’ospedale, mentre la gente fuggiva a causa dei bombardamenti.

E anche risaputo che ci sono fattori che riducono la produzione di latte materno, come ad esempio la mancanza di riposo, e fattori psicologici come stress e ansia, capaci di rallentare la produzione di latte, diminuendo la produzione dell’ormone dell’oxitocina. A questo bisogna aggiungere anche fattori culturali: è difficile che una donna musulmana allatti un bambino nelle condizioni di sovraffollamento a cui  sono costretti la maggior parte dei siriani oggi.

Testimonianze raccolte da NGO a Dara’a, uno dei luoghi più colpiti dal conflitto siriano, raccontano di persone che usano acqua e zucchero come mezzo di nutrimento per i bambini.

Per cui, personalmente non mi sento di giudicare le richieste di latte fattami dalle donne siriane, né di rispondere con una lezione sull’importanza dell’allattamento come forma ideale di nutrimento per il bambino. Non dopo tutte le testimonianze che  ho sentito sulla situazione sanitaria in Siria, ormai sull’orlo del collasso. Non dopo che a chiedermi il latte per i bambini sono stati gli stessi medici siriani.