Solo la conciliazione tra lavoro e famiglia rilancerà economia e produzione

Ma nel ddl all’esame del Parlamento non ce n’è traccia. La riforma del lavoro, in dirittura d’arrivo, si illude di poter riformare il mondo del lavoro senza o addirittura contro le famiglie.

«Siamo invece convinti che solo un lavoro più family friendly possa aiutare la ripresa dell’economia – interviene Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni Familiari – limitando, ad esempio, il fenomeno dell’abbandono da parte delle donne in occasione della maternità; salvaguardando i tempi del riposo che sono anche i tempi della famiglia; potenziando il lavoro part time, che in Italia risulta a malapena tollerato (quando negli altri Paesi europei è spesso strumento strategico per favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro); volgendo lo sguardo ai giovani che, costretti a scegliere tra lavoro e famiglia, rinunciano a sposarsi ed avere figli.

«Solo conciliando realtà del lavoro e realtà della famiglia si potrà produrre maggiore ricchezza e quindi rilanciare consumi ed economia. Per conciliare le due dimensioni della persona, il Forum ha elaborato una proposta articolata che discende direttamente dagli accordi che il Forum, insieme alle altre parti sociali ed al ministero del Lavoro, ha sottoscritto un anno fa. Abbiamo proposto l’inserimento della conciliazione tra i diritti fondamentali di ogni lavoratore, la creazione di un Fondo paritetico per ulteriori congedi parentali, la riforma del part time, la proroga dei contratti a tempo determinato in caso di maternità… Tutte proposte di cui non c’è traccia nel disegno di legge in esame in Parlamento.

«’Non ci sono le risorse’, è stata la risposta» conclude Belletti. «Ma quello che manca davvero è la convinzione che una vera conciliazione famiglia/lavoro, come dimostra l’esperienza di altri Paesi, sia lo strumento efficace ed indispensabile per l’aumento della produttività del lavoratore e delle aziende, oltre che un elemento di civiltà e di coesione sociale. Se ci fosse questa convinzione, ci sarebbero certamente anche le risorse, perché la conciliazione sarebbe una delle leve essenziali della riforma».

(Forum delle Associazioni Familiari, 19 giugno 2012)