Sondrio. Adozioni in calo. Solo otto in un anno. L’Asl si interroga

adozioniSono 160 i bambini adottati in provincia di Sondrio dal 2001 ad oggi e la tendenza degli ultimi anni è al ribasso: nel 2014 sono stati solo 3 i bimbi adottati di cui 2 con adozione nazionale e 1 con adozione internazionale, saliti ad 8 quest’anno. Dati che pongono Sondrio lontana dalla media classica che si attesta sui 14 bambini adottati l’anno con una decisa flessione che  riguarda , in particolare,  le adozioni internazionali.

Una fotografia per nulla incoraggiante illustrata qualche giorno fa dall’Asl di Sondrio nel corso di un convegno dedicato al tema e a cui hanno partecipato associazioni e famiglie che non sono state spettatrici silenziose. Anzi: per loro è stata l’occasione per manifestare le difficoltà che incontrano quando intraprendono un iter adottivo: tempi lunghi, costi eccessivamente alti e difficoltà di rapporti con l’ambiente scolastico.

I rapporti con gli ambienti scolastici –  ha detto Elena Gastaldini, assistente sociale del centro adozione dell’Asl di Sondrio –  sono uno dei problemi con cui i genitori adottivi cozzano appena i loro figli si trovano ad accedere all’istruzione scolastica. A frenare le domande di adozione da noi e in tutta Italia sono anche altre ragioni quali, in primis, l’incertezza sul futuro che può agire da freno su un percorso adottivo che è comunque complesso e ad ostacoli paragonabile a una salita in montagna, non certo a una passeggiata”.

Le altre ragioni sono i costi da affrontare che vanno da 15 a 30 mila fino a 40 mila euro per le adozioni internazionali tenuto conto che dal 2010 lo Stato non contribuisce in alcun modo.

Ed è proprio qui che scatta una riflessione che potrebbe sembrare scontata, ma che i fatti concreti invece dimostrano che non lo è. Che cosa fanno le istituzioni locali per promuovere l’adozione? Collaborano con le associazioni familiari e gli enti autorizzati? Creano occasioni di incontro, promozione, sensibilizzazione?

E se lo fanno, lo fanno in misura adeguata e sufficiente? A giudicare dal quadro impietoso non solo di Sondrio ma di tutta Italia, non sembra affatto. E non serve  portare avanti come motivo del calo delle adozioni internazionali, la crisi economica. O non solo. Anche perché, preso atto di una criticità che va avanti da anni peggiorando passo dopo passo, bisogna reagire: trovare delle soluzioni e non additare la causa e stare passivamente ad aspettare. Ma in realtà questo sembra essere proprio l’atteggiamento delle istituzioni pubbliche: si stanno ingegnando per non perdere per strada quelle famiglie ancora desiderose di accogliere in casa un bambino abbandonato? Cosa stanno facendo attivamente e sul campo? Eppure basterebbe ascoltare le proposte fattive suggerite dalle associazioni familiari e dagli enti autorizzati: basterebbe coinvolgerli attivamente nei tavoli tecnici, confrontarsi costruttivamente con loro (che hanno realmente il ‘polso della situazione’) ma… non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. E intanto le adozioni internazionali calano. E i bambini aspettano.

Fonte: La Provincia di Sondrio