Sorpresa. L’Italia non ha più bisogno del gas russo e lo sta esportando. Ora le bollette andranno giù?

Da un paio di giorni il prezzo del gas in Italia è fino a due terzi più basso di quello di riferimento in Europa, tanto che il nostro Paese lo sta esportando all’estero. Quali conseguenze ci saranno per le bollette delle famiglie?

Da settimane gli allarmi sul prezzo dell’energia si rincorrono su tutti i media. A fine settembre l’aggiornamento dei prezzi trimestrali stabiliti da Arera è attesa come una “mazzata” annunciata. Le previsioni per il 2023 arrivano a stimare oltre 5mila euro di spesa a famiglia per le utenze di luce e gas… Poi ci si imbatte in un titolo così: “Gas, crolla il prezzo in Italia: costa un terzo rispetto all’Europa. E ora lo esportiamo” (da Repubblica.it).
Ma come, viene da chiedersi: possibile ci sia una notizia così positiva e inaspettata? E come fa, nel caso, questa notizia di un crollo del prezzo a convivere con le previsioni catastrofiche di aumenti esponenziali? (Per dire, oggi Il Sole 24 Ore a pagina 8 titola così: “Bollette al rialzo dei record, atteso un rincaro de10O%”).
Proviamo a fare un po’ di chiarezza.

Crollo prezzi del gas: in Italia due terzi in meno rispetto all’Europa

Partiamo da un dato di fatto: negli ultimi due giorni, il prezzo del gas sul mercato italiano ha raggiunto quotazioni che sono fino a due terzi più basse di quelle del mercato europeo: alla borsa di riferimento di Amsterdam, per esempio, il gas ha toccato punte di 220 euro al megawattora, mentre il PSV che funge da riferimento per il mercato italiano è sceso fino a 80 euro. Chiaro che, davanti a questi prezzi, non solo gli operatori stranieri hanno più interesse a vendere all’estero piuttosto che in Italia, ma l’Italia stessa rivende subito gran parte del metano che arriva nel nostro Paese, guadagnandoci. Dipende anche da questo fatto l’allarme che per un attimo è stato lanciato i giorni scorsi di una diminuzione delle importazioni di gas dalla Russia: in realtà, dei 40 milioni di gas arrivati negli ultimi due giorni, 30 sono stati girati quasi immediatamente all’estero.
Un’operazione possibile perché, al momento, in Italia, gli stoccaggi sono pieni al 90% e il metano russo è stato sostituito per i due terzi con quello in arrivo da Algeria, Norvegia, Azerbajian e via nave da altri Paesi. Inoltre, le temperature ancora miti, unite allo spegnimento dei condizionatori e alla partenza dei piani di risparmio di diverse aziende, hanno fatto abbassare la richiesta energetica.

Cosa succederà alle bollette? Seguiranno questo crollo dei prezzi?

Davanti a questo scenario, la domanda è: quindi, scenderanno le bollette?
Risposta: dipende! Il crollo dei prezzi è un fenomeno degli ultimissimi giorni e, quindi, non avrà conseguenze sulle tariffe che Arera annuncerà a brevissimo.
Di contro, però, il cambiamento delle regole che ha stabilito di calcolare i costi del gas mensilmente ed “ex post”, non più “ex ante”, potrebbero portare a un’effettiva riduzione delle bollette se questo fenomeno di crollo prezzi e maggiori esportazioni da parte dell’Italia si dovesse confermare anche per il mese di ottobre.
C’è, però, un rovescio della medaglia: con i prezzi così bassi, le vendite di gas si potrebbero spostare molto di più all’estero, con la conseguenza che, all’arrivo dell’inverno e con l’utilizzo del metano già stoccato, l’Italia si ritroverebbe ad avere meno riserve. Al momento, però, sono tute ipotesi in uno scenario che, abbiamo visto, rimane estremamente variabile e di non immediata comprensione.