Sostegno a Distanza proibito: E’ vietato usare le immagini dei bambini sofferenti e ammalati per raccogliere fondi. Non inviate soldi a chi lo fa.

sad proibitoC’è un modo semplice e forte, che ciascuno di noi ha a disposizione, per dire basta all’abuso di immagini “ad effetto” di bambini macilenti, affamati, disperati: non inviare più fondi. Non farsi commuovere dalla fotografia strappalacrime, il ritratto scioccante, lo sguardo straziato, e resistere alla tentazione di fare una donazione sull’onda di un impulso del cuore anziché di una vera informazione e documentazione.

Perché dietro queste foto non solo c’è lo sfruttamento dell’immagine del minore, ma c’è pure un investimento economico, che dirotta in pubblicità i fondi che dovrebbero andare invece in aiuto dei bambini.

Basta con le foto di minori usate per tutto e ovunque!”. L’ha detto con estrema chiarezza, Danilo Festa, direttore generale Terzo Settore e Formazioni Sociali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Intervenuto al seminario promosso da ForumSaD ed Elsad, ha usato parole inequivocabili: “A proposito delle campagne che promuovono questo strumento di solidarietà: basta chiamarle adozioni! Stiamo attenti alla comunicazione. La privacy è un diritto mondiale, ricordiamocelo. Le nostre linee guida sono chiare su questo punto”.

Le linee guida per il Sostegno a Distanza di minori e giovani sono state emesse dall’Agenzia per le Onlus già nel 2009. Non hanno carattere vincolante, ma funzionano come una sorta di codice di autodisciplina per le associazioni aderenti. Rifacendosi alla Carta di Treviso, vi è detto espressamente che “nessun bambino dovrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie o illegali nella sua privacy né ad illeciti attentati al suo onore e alla sua reputazione”.

E ancora: “Nel caso di minori malati, feriti, svantaggiati o in difficoltà occorre porre particolare attenzione e sensibilità nella diffusione delle immagini e delle vicende al fine di evitare che, in nome di un sentimento pietoso, si arrivi ad un sensazionalismo che finisce per diventare sfruttamento della persona”.

Dunque a tornare sul tema delle regole del Sostegno a Distanza è proprio il ministero delle Politiche sociali. L’impegno del Governo è a tutto campo, inclusa la promessa di nuovi fondi (circa 600mila euro da stanziare “per almeno una parte” a questo settore), purché vengano ribaditi “i valori del Sad, e garantiti i cittadini che i loro soldi sono spesi bene”.

La generosità ha diritto di sapere. Ai.Bi. lo sostiene da tempo e si sta battendo per una legge che regolamenti il Sostegno a distanza.

Le donazioni vanno rendicontate e il donatore deve poter conoscere sempre e in ogni dettaglio che uso viene fatto dei suoi soldi, a che scopo sono destinati, in quanta parte aiutano concretamente un bambino o un progetto e in che percentuale, invece, vengono investiti in spese amministrative o autopromozionali dell’associazione.

Ministro, grazie per la promessa di nuovi fondi”, dice Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini. “Ma la cura è poco più di un placebo. E’ come somministrare un’aspirina, mentre qui bisogna rianimare un moribondo! Il SaD, se va avanti di questo passo, sarà morto entro tre anni, come dimostra la ricerca Eurisko, che abbiamo presentato in Senato il 2 ottobre scorso. La colpa di questo disastro va imputata alle multinazionali della solidarietà, che hanno snaturato il Sostegno a distanza, trasformandolo in un mercato, in una caccia ai fondi, senza garanzie e senza trasparenza, anziché una relazione profonda e affettiva di aiuto e cooperazione”.

Per questo urge intervenire non tanto con investimenti economici, ma con un chiaro progetto legislativo che dia delle regole valide per tutti e vincolanti. Urge una legge del SaD.