Stop alla legge siciliana sulle coppie di fatto: è incostituzionale

coppiaUno stop alla legge approvata dal Parlamento regionale siciliano sull’estensione alle coppie di fatto dei benefici e dei contributi destinati alle famiglie fondate sul matrimonio è arrivato il 23 gennaio dalla Commissione dello Stato che in Sicilia valuta la costituzionalità delle norme e che, in questo caso, ha dichiarato la legge in questione incostituzionale.

Soddisfazione espressa dal Forum delle associazioni familiari, presieduto in Sicilia da Francesco Bianchini. “Adesso si proceda ad affrontare le vere priorità – ha dichiarato Bianchini -: denatalità galoppante e impoverimento delle famiglie numerose”. Sulla stessa linea anche il Forum Vita Famiglia Educazione che, con Diego Torre, afferma: “Ora riposizionare la famiglia al centro del sistema sociale”.

Furioso invece il presidente della Regione Rosario Crocetta, per il quale il provvedimento della Commissione è “ideologica, conservatrice, discriminatoria e incoerente rispetto alle direttive europee”. E promette battaglia: “Le coppie di fatto sono trattate come soggetti alieni, irriconoscibili, mentre sono persone in carne e ossa. Proporremo una nuova legge specifica”.

In particolare, la decisione della Commissione ha voluto colpire l’articolo 37 della manovra finanziaria regionale che avrebbe violato gli articoli 3 e 81 della Costituzione. Il prefetto Aronica così spiega il provvedimento: l’articolo 37 “estende tutte le agevolazioni, contribuzioni e benefici a qualsiasi titolo previsti dall’ordinamento regionale per la famiglia, alle coppie di fatto iscritte negli appositi registri delle unioni civili, istituiti dai Comuni della Regione siciliana ed alle famiglie mono-parentali. Siffatta generalizzata estensione tout court – scrive nel provvedimento – si ritiene incompatibile con il principio di cui all’articolo 3 della Costituzione che impone diversità di trattamento per situazioni diverse quali quelle della famiglia fondata sul matrimonio e delle unioni di fatto che trovano rispettivamente fondamento negli articoli 29 e 2 della Costituzione”.

 

Fonte: Avvenire