Sulla Siria è calato il buio, ma non è (solo) quello che pensate voi

Siria buio 400x286La Siria è al buio. In base al confronto delle foto satellitari effettuate negli ultimi anni, infatti, è emerso che dall’inizio del conflitto l’illuminazione del paese è diminuita dell’83 per cento. È un dato semplice ma suggestivo, perché rende l’idea del dramma che si sta consumando in questo angolo di Medio Oriente in maniera asciutta, neutra, senza proporre immagini cruente o citare statistiche sconvolgenti. Non a caso, questa scoperta è al centro della nuova campagna di comunicazione e sensibilizzazione lanciata dal collettivo di ong internazionali #withSyria.

Ciò che a me spaventa di più, però, non è tanto (e solo) il buio causato dall’assenza di elettricità, che già di per sé rappresenta un grave problema per buona parte della popolazione. A spaventarmi, innanzitutto, è il sostanziale “buio” mediatico nel quale la Siria è stata relegata.

In Italia, quella che le Nazioni Unite hanno definito “la più grande emergenza umanitaria della nostra era” conquista le prime pagine dei giornali solo quando si parla delle efferatezze commesse dall’ISIS, del rapimento dei nostri connazionali o della battaglia di Kobane. Da giornalista, posso anche comprendere che i bisogni e le sofferenze della popolazione siriana non attirino l’attenzione come certe vicende considerate più appetibili, dal punto di vista politico e strategico-editoriale. Ma perché si parla così poco – ad esempio – di quello che le organizzazioni umanitarie di tutto il mondo stanno facendo per rispondere alla crisi? Perché non contribuire ad alimentare la speranza e promuovere la solidarietà, piuttosto che gettare l’opinione pubblica nello scoramento e nella disillusione? Ogni volta che ho la possibilità di partecipare a programmi radiofonici o rilascio interviste, i miei interventi vertono su quello che Amici dei Bambini sta facendo (e vuole continuare a fare) a sostegno dei bambini e delle famiglie siriane. Tutte iniziative reali e concrete, con cui cerchiamo di arginare la disperazione che ormai dilaga nel nord della Siria. Perché c’è così scarso interesse – ad esempio – intorno alla ludoteca aperta da Ai.Bi. a Binnish, nel cuore del conflitto, che rappresenta un “unicum” nel suo genere, quasi un’“eccellenza italiana” dell’intervento umanitario? Ancora una volta, i media arabi ci hanno anticipato, realizzando nei giorni scorsi un servizio televisivo in cui si parla dell’asilo di Syrian Children Relief, all’interno del quale abbiamo ricavato proprio il nostro spazio giochi; le immagini sono commoventi e rendono a pieno la portata straordinaria dell’iniziativa.

Mi spaventa, naturalmente, anche il “buio” della ragione, che sembra essere calato con particolare intensità su queste terre bagnate dal sangue di tantissimi innocenti. Mi atterrisce la disumanità che spinge persone senza scrupoli a commettere violenze inaudite, così atroci e orrende, che riescono ogni volta a sorprenderci, quando pensiamo di esserci abituati a tutto; abusi e abomini ancora più intollerabili, perché colpiscono soprattutto i più giovani e indifesi.

Mi spaventa – ancora – il “buio” che si sta addensando sul futuro di decine di migliaia di bambini siriani, esposti a brutalità e abusi di ogni genere, privi di qualsiasi supporto medico e psicosociale, condannati all’analfabetismo. L’Uomo Nero che emerge dall’oscurità per minacciarli, è infinitamente più crudele e reale di quello che li rincorre nei loro incubi.

Mi spaventa, infine, il “buio” dell’indifferenza, che in fondo ci colpisce un po’ tutti – me compreso, a volte – quando si tratta di immedesimarsi realmente nella tragedia che colpisce le famiglie siriane e aprirsi alla compassione e alla solidarietà. Che non significa solo impegnarsi economicamente a sostegno di un intervento umanitario, ma attivarsi – ciascuno come può, a qualsiasi livello – perché venga fatta un po’ di luce su quello che sta accadendo in Siria. Anche solo nei cuori di chi ci sta accanto.

 

Luigi Mariani
Country coordinator di Ai.Bi. in Siria

 

Ai.Bi. ha lanciato la prima campagna di Sostegno a Distanza per aiutare le famiglie siriane a restare nel proprio paese e continuare a crescere i propri figli in condizioni dignitose, nonostante la grave crisi. Cibo, salute, scuola, casa, gioco: queste le cinque aree d’intervento. Per avere maggiori informazioni sull’iniziativa e per dare il tuo contributo, visita il sito dedicato.