Svizzera: la poliomelite non c’è più? Che ne facciamo dei vaccini?

vacciniIl principio della sostenibilità vale anche per la solidarietà. Recuperare anziché sprecare è pratica efficace non solo per l’ambiente. E l’economia del riciclo vale anche per la circolazione delle buone idee.

L’Ufficio Federale della Sanità Pubblica (UFSP) in Svizzera, nell’ambito della prevenzione delle paralisi infantili, ha deciso di non prevedere più il richiamo della vaccinazione antipolio, raccomandata invece fino a poco tempo fa e per dieci lunghi anni. La poliomelite non rappresenta più, infatti, un pericolo in quel Paese e quindi è stata stralciata dal calendario vaccinale con le nuove raccomandazioni.

La sospensione della somministrazione di questo farmaco avrebbe lasciato il deposito della Farmacia dell’Esercito pieno di vaccinazioni «Poliorix» in eccesso, che sarebbero scadute il 30 settembre del 2013, in caso di mancato utilizzo.

Uno spreco enorme di risorse, che si è trasformato invece in un’occasione di efficace solidarietà.

Perché non andassero persi questi medicinali in eccedenza, l’Esercito svizzero ha deciso di donare ai cittadini del Kosovo un totale di 2.305 vaccini, la cui distribuzione sarà gestita dall’Ambasciata svizzera nella capitale kosovara, in collaborazione con l’Università di Pristina.

Il Ministero della sanità kosovaro e l’UFSP approvano la consegna dei vaccini, che verrà effettuata con i normali mezzi di trasporto della SWISSCOY. Le dosi, ognuna composta da 0,5 ml di soluzione per iniezione, saranno consegnate nei prossimi giorni di inizio maggio.

E così, vale per la solidarietà quello che il biologo Barry Commoner diceva per l’ecologia. La prima legge è: ogni cosa è connessa con qualsiasi altra. La seconda è: ogni cosa deve finire da qualche parte.