Tanzania. Albini africani, quando il colore della pelle è una condanna

albini200La loro unica colpa è di essere nati con gravi carenze di melanina. Questo li rende diversi, per cui meritevoli di essere uccisi e mutilati. È la sorte drammatica di molti giovani dell’Africa orientale, che per il colore della loro pelle e dei loro capelli, sono ritenuti portatori di malocchio o al contrario di proprietà semimagiche. Nel primo caso la loro eliminazione tiene lontano il male, nel secondo braccia, sangue, genitali e capelli servono per preparare pozioni. Nell’ultimo anno gli attacchi sono aumentati e si sono diffusi anche nelle zone urbane.

L’albinismo è una malattia genetica che comporta la mancanza o una forte carenza di melanina su pelle, capelli, occhi e peli. Sebbene a livello mondiale si stima che ne sia affetta una persona su ventimila, nell’Africa orientale e soprattutto in Tanzania l’incidenza è molto più elevata: una ogni 1.400. Povertà e ignoranza inducono le popolazioni rurali dell’Africa orientale a rifugiarsi nella superstizione che ritiene gli albini esseri semimagici. Se in alcune zone vengono visti come una punizione degli dei o portatori di malocchio, in altre le parti del corpo sono usate come talismani o ingredienti per creare pozioni che si ritiene guariscano da malattie e portino fortuna negli affari. A causa di queste credenze gli albini sono vittime di attacchi, omicidi e mutilazioni.

Secondo alcuni inoltre avere un rapporto sessuale con un albino può curare l’Aids, una credenza che sfocia spesso in stupri anche nei confronti di bambini. E’ così che in poco più di dieci giorni in Tanzania cinque albini sono stati attaccati e in tre casi uccisi. Una persecuzione che va avanti da decenni e che per molto tempo è rimasta pressoché sconosciuta all’opinione pubblica. È difficile stimare in quanti siano morti, ma secondo l’associazione Under the Same Sun dal 2006 sono 151 le vittime nella sola Tanzania.

Fino a oggi – dichiara Peter Ash, fondatore di Under the Same Sun – solo il 5% dei 151 casi di violenza è arrivato in tribunale. Inoltre il governo non ha detto una sola parola su quest’ultima ondata di attacchi brutali nonostante la vita stessa di bambini innocenti, donne e uomini sia in pericolo“.

E la situazione dei bambini albini rischia di assumere i toni della segregazione. Nel 2006, infatti, dopo alcuni casi di violenza il problema degli albini africani ebbe un’eco a livello mondiale. Il lavoro delle organizzazioni locali e l’attenzione mediatica spinsero il governo di Dodoma a prendere provvedimenti. Uno di questi fu l’istituzione di centri d’accoglienza per bambini albini gestiti dal ministero dell’Educazione, dove i minori vittime di violenza avrebbero potuto rifugiarsi. Proprio questo sistema è stato aspramente criticato da Alicia Londono, funzionario Onu per i diritti umani. “Quella che all’inizio è stata accolta come una misura temporanea d’emergenza, è diventata una soluzione a lungo termine. Le condizioni in questi centri sono terribili“.

Le indagini dell’Onu hanno rivelato, secondo Londono, che “nella maggior parte dei casi i bambini vengono abbandonati e i centri sono diventati delle discariche per minori indesiderati. In alcuni è in atto una vera e propria segregazione tanto che le autorità hanno confermato anche casi di violenza sessuale, tortura e punizioni corporali“.

 

Fonte: (Repubblica.it)