Tanzania: ragazza albina rinchiusa per tre anni dal padre

Una giovane donna albina, che è rimasta ammanettata e rinchiusa in una stanza per tre anni, è stata finalmente rilasciata in seguito all’intervento del commissario del distretto di Muheza in Tanzania.

Mariam Juma (29 anni) aveva i piedi incatenati ed era stata relegata in una piccola stanza da suo padre, ora deceduto, in un maldestro tentativo di tenerla fuori dalle strade a seguito di una escalation di omicidi di albini nel paese.

La sua reclusione è iniziata tre anni fa, quando la violenza contro gli albini ha raggiunto il suo apice. In quel periodo giovani uomini e donne con disturbi della pelle sono stati cacciati e uccisi per le loro parti del corpo, che alcuni credono possano avere poteri soprannaturali, da sfruttare per guadagni personali.

Da allora, Juma, una ragazza che in passato ha sofferto anche di disturbi mentali, è rimasta legata in una piccola stanza a casa della sua famiglia, in un quartiere di Muheza nella regione Tanga.

La madre della ragazza, alla quale è stato chiesto di confermare la versione dei fatti, ha difeso la decisione del suo ultimo marito, dicendo che aveva continuato a mantenere la figlia incatenata per il suo bene. Un attivista dei diritti umani, Josephat Torner, che è il coordinatore del programma comunitario per giovani con disabilità (YDCP), ha chiesto al governo di aprire la strada ad azioni legali contro la famiglia della vittima, dicendo che quello che hanno fatto è in contrasto con i diritti umani fondamentali, ed è un violazione della dignità di Mariam.

“Anche se molti albini sono stati uccisi, non si può incatenare un essere umano per quel motivo” ha ribadito Torner aggiungendo “Questo è stato un grave abuso dei suoi diritti individuali e sta andando a pregiudicare il suo sviluppo psicologico.”

La situazione è particolarmente grave in Tanzania, migliaia di albini abbandonano i propri villaggi per paura di essere perseguitati e uccisi, e si dirigono verso le aree urbane dove si sentono più al sicuro. Secondo quanto riportato da un gruppo di attivisti in difesa degli albini, in Tanzania sarebbero 7.124, tra cui 3.580 donne. Nel paese sono stati riportati diversi omicidi di persone albine, delle quali sono stati venduti per migliaia di dollari pezzi come lingua, orecchie, naso.

(Fonte: The Guardian 10/3/2011)