Torino. Quando a scuola ci vanno gli insegnanti: Ai.Bi. accompagna i docenti nell’inserimento in classe dei minori adottati e in affido

bambini adottati a scuolaCome facilitare l’inserimento scolastico dei minori in adozione e in affido? Amici dei Bambini ha offerto  a un gruppo di insegnanti piemontesi la possibilità di approfondire le migliori modalità di accoglienza degli alunni adottati o in affido dal punto di vista educativo e relazionale, prima ancora che didattico. Recentemente si è conclusa infatti la prima parte del progetto “Andiamo a scuola di adozione e affido”, attuata da Ai.Bi. Torino con il contributo della Fondazione Crt e la collaborazione dell’Uciim (Associazione professionale di docenti, dirigenti e formatori).

La prima fase dell’iniziativa ha visto la realizzazione di un corso di formazione a cui hanno partecipato 11 insegnanti delle scuole dell’infanzia e primarie di Torino e provincia. L’équipe multidisciplinare di Ai.Bi. – composta dall’assistente sociale Silvia Vocale e dalla psicologa Sara Rosini – ha accompagnato i docenti in un percorso di approfondimento tra gli aspetti giuridici, psicologici e sociali che caratterizzano l’esperienza dell’adozione e dell’affido. In questo modo, si è cercato di offrire agli insegnanti le indicazioni più utili per comprendere le specificità del rapporto tra il bambino adottato o in affido e la scuola in cui egli viene inserito, allo scopo di individuare le risposte adeguate da mettere in pratica nelle più diverse situazioni problematiche. Accogliere in classe un minore adottato o in affido, infatti, vuol dire dover fare anche i conti con la sua storia, che spesso porta con sé dolore, sofferenza e abbandono.

Il percorso di formazione ha permesso quindi di approfondire la conoscenza di nuovi approcci nella relazione con gli alunni, al fine di affrontare al meglio le situazioni di disagio relazionale. Le cause di queste – evidenzia l’équipe di Ai.Bi. – sono in genere attribuibili tanto all’incapacità di manifestare il mondo interiore, quanto alla mancanza di fiducia nell’ascolto da parte di chi dovrebbe essere il naturale interlocutore: familiari, educatori o altri membri della comunità sociale.

La seconda parte del progetto verrà invece attuata nel periodo primaverile in due scuole della provincia di Torino. I protagonisti questa volta saranno gli studenti che verranno coinvolti in tre laboratori – teatrale, grafico e linguistico – allo scopo di avvicinare i giovani ai problemi dell’abbandono, educandoli al tema dell’accoglienza, in modo che comprendano e possano valorizzare le “diversità”  di tutti.