Tra dubbi e nodi da sciogliere, la scuola italiana si avvia verso il 14 settembre

La lunga estate della scuola italiana, tra responsabilità penale dei presidi, misure di sicurezza e fake news.

Il coronavirus si sta diffondendo anche tra i membri della popolazione al di sotto dei 50 anni avverte l’OMS.

L’Italia per scongiurare un aumento repentino della pandemia ha varato nei giorni scorsi nuove regole di sicurezza anche con l’obiettivo, come ha sottolineato il Ministro Speranza di riaprire le scuole a settembre.

Ma il caos che circonda ancora la riapertura, tra distanze di sicurezza, banchi che rischiano di arrivare ad anno scolastico inoltrato e regole anti covid da attuare, pone un punto di domanda sulla certezza del 14 settembre, tanto che Walter Ricciardi, consigliere del ministro della salute, in un’intervista rilasciata al “Messaggero” avverte: “La riapertura delle scuole del 14 settembre non è scontata, dipenderà dal comportamento responsabile delle persone”.

Responsabilità dei presidi in caso di contagio. Servono chiarimenti.

Intanto, con l’avvicinarsi della riapertura, sale la preoccupazione dei dirigenti scolastici in merito alle responsabilità penali in caso di contagi a scuola tra gli studenti, ma anche tra professori e personale scolastico.

“Abbiamo chiesto prima della riapertura delle scuole di rivedere la responsabilità penale imputabile ai dirigenti scolastici in relazione alla sicurezza sugli ambienti di lavoro. –afferma all’Ansa il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli  – Il covid è equiparato a un incidente sul lavoro. Se il dirigente scolastico attua il protocollo sanitario allora non gli si deve imputare nulla”.

La predisposizione di un locale interno ad ogni istituto scolastico per l’eventuale accoglienza dei casi sintomatici è poi una delle misure previste dalle linee guida ANP, proprio lo stesso locale che secondo una circolare di un istituto scolastico bresciano, avrebbe dovuto accogliere l’alunno con temperatura corporea superiore a 37, 5 gradi presente nel complesso scolastico e il cui docente avrebbe dovuto affidare direttamente all’autorità sanitaria senza la possibilità per i genitori di prelevarlo a scuola.

La notizia rimbalzata sulle pagine dei giornali è stata subito smentita dal dirigente scolastico, che ha parlato di un refuso, ma tanto basta a racchiudere la situazione della scuola italiana in questi giorni, tra preoccupazione e caos.