Inizio scuola, meno 28 giorni: il caos! Mascherine, banchi singoli, misurazione febbre, distanza obbligatoria, turnazione?

Il 14 settembre riapriranno le scuole, ma sono ancora molti i nodi da sciogliere, tra l’emergenza sanitaria che non accenna a diminuire e la mancanza di regole definite.

Super lavoro per i dirigenti degli istituti scolastici, alle prese con l’organizzazione in sicurezza dei plessi in vista della riapertura del 14 settembre, ma i nodi da sciogliere sono ancora molti.

Primi tra tutti la mancanza di spazi adeguati che permettano di mantenere il distanziamento di un metro tra gli studenti.

Ad ovviare al problema ci ha pensato il Comitato Tecnico Scientifico, che nel verbale siglato il 12 agosto, sembra fare marcia indietro sull’obbligo del rispetto delle distanze.  Qualora non sia possibile mantenerle, sarà infatti sufficiente indossare le mascherine di tipo chirurgico durante l’ora di lezione, con buona pace per i presidi degli istituti che si sono adoperati perché gli studenti potessero rientrare in classe nel rispetto del distanziamento.

Abbiamo sempre rispettato i pareri delle autorità sanitarie e continueremo a farlo, ma non comprendiamo perché non si sia fatta chiarezza prima su questo fondamentale aspetto” dichiara il presidente  dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli.

La mascherina è fondamentale dove il distanziamento non c’è, ma noi stiamo lavorando sul distanziamento e continueremo a farlo” ribadisce il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.

Il Comitato dalla sua chiarisce che quella della mascherina è una soluzione da adottare esclusivamente nei casi di emergenza e che occorrerà trovare soluzioni in tempi rapidi.

I nuovi banchi arriveranno a partire da settembre

Strettamente legato al problema del distanziamento è anche quello dei banchi monoposto. Conclusasi la procedura per la fornitura, i banchi arriveranno nelle scuole a partire da settembre e fino al mese di ottobre, con una tempistica che terrà conto delle priorità scolastiche e sanitarie dei vari territori, ma con il rischio per molte classi, di iniziare il nuovo anno senza i nuovi strumenti e a rischio distanziamento.

I problemi organizzativi dei singoli plessi non si fermano però solo alle classi. Anche la disciplina di ingresso a scuola, per sicurezza diviso in più turni, dovrà tenere conto degli orari del trasporto pubblico che dovranno adattarsi alle novità dettate dall’emergenza sanitaria, istituendo non solo corse ordinarie, ma in alcuni casi rinforzando il servizio di trasporto.

In alcune strutture, come l’Istituto Paritario “Nuovo Bianchi” per la sicurezza degli alunni si è addirittura deciso di porre in essere regole ancora più stringenti di quelle previste dal CTS, come il divieto di ingresso per alunni e docenti nel caso che la temperatura corporea sia di 37 gradi, contro i 37,5 previsti dalla normativa nazionale.

Scuole paritarie che, il 14 settembre, in alcuni casi rischiano di non riaprire pur rappresentando, in alcune zone d’Italia, gli unici presidi scolastici.

Il sito “noi siamo invisibili” ne ha censite già un centinaio, corrispondenti a quasi 4.000 allievi. Alunni che ad oggi, costeranno allo Stato, più di 30 milioni di euro.