Papà “offre” il lobo del polmone per salvare il figlio. Prima volta di un trapianto da vivente in Italia

Davanti alla grave malattia del figlio di 5 anni, un papà non ha esitato a sottoporsi a una complessa e pericolosa operazione di trapianto di lobo polmonare da donatore vivente, mai eseguita prima in Italia

Per mio figlio “darei la vita”. Quante volte questa frase viene ripetuta da tanti genitori davanti all’ipotesi (che per fortuna nella stragrande maggioranza dei casi rimane solo un’ipotesi) che possa essere necessario un sacrificio personale per la sopravvivenza dei propri figli?
Dall’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo è arrivata, però, la notizia di un papà che davvero non si è tirato indietro nel momento in cui, letteralmente, si è trattato di dare “un pezzo di sé” al proprio figlio.

Dal trapianto di midollo al trapianto di polmone

La storia parte cinque anni fa, quando il piccolo nacque affetto da talassemia, una grave malattia ereditaria del sangue che provoca, sostanzialmente, la distruzione dei globuli rossi e, di conseguenza, una minore ossigenazione di organi e tessuti, obbligando il malato a sottoporsi a frequenti trasfusioni di sangue.
In passato, per stabilizzare le condizioni del bambino si era già reso necessario un trapianto di midollo, e anche in quell’occasione fu il padre a proporsi come donatore.
Verificata la compatibilità ed eseguito l’intervento, il trapianto, purtroppo, provocò come conseguenza la “malattia di trapianto contro l’ospite”: una crisi di rigetto dalle gravi conseguenze che portarono al danneggiamento irreversibile della capacità polmonare.
Ancora una volta, la possibile soluzione individuata dai medici è quella di un trapianto di polmone. E ancora una volta è il papà del piccolo a farsi avanti: ricevere un organo (o parte di esso) da un donatore vivente, a maggior ragione se parente del ricevente, infatti, riduce non di poco il rischio di rigetto.

L’operazione con cui il papà ha dato, letteralmente, una parte di sé al figlio

La legge italiana consente il trapianto da vivente del lobo polmonare, ma la procedura è molto complessa e mai prima d’ora era stata messa in atto in Italia (Open riporta di “un’operazione simile in Germania nel 2012 e altre due negli ultimi dieci anni in Europa dell’est”). Davanti alla possibilità di dare al figlio una possibilità in più, però, il papà non ha avuto dubbi, complice, senza dubbio, il fatto di poter contare su un centro di eccellenza nel trapianto pediatrico e polmonare.
L’operazione ha richiesto l’impiego di due sale operatorie ed è durata 11 ore, richiedendo l’impegno di decine di operatori. Papà e figlio sono attualmente in terapia intensiva, ma secondo quanto dichiarato dai medici tutto sta andando com’era nelle previsioni.
L’atto d’amore di questo padre merito un lieto fine!