Un e-book racconta il coraggio di 34 donne che lavorano all’estero. Tra loro anche Silvia Cappelli, angelo di Ai.Bi. in Nepal

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Il volto dell’Italia nel mondo è sempre più rosa. Lo dimostra un e-book pubblicato nell’ambito di un progetto lanciato da una lavoratrice espatriata, Katia Terreni, che ha raccolto le storie e le emozioni di 34 donne che vivono e lavorano all’estero. Tra loro anche Silvia Cappelli, cooperante di Amici dei Bambini in Nepal, giunta nel Paese asiatico all’indomani del tremendo terremoto del 25 aprile 2015 per seguire l’intervento di Ai.Bi. a sostegno della popolazione colpita dal sisma.

Anche Silvia, quindi, condiviso affetti, lavoro, vita quotidiana, arte, musica, cucina, usi e costumi del Paese in cui si è trasferita, sensazioni nate dal distacco dalla propria terra e dalle inevitabili difficoltà di inserimento in una realtà completamente nuova. Lo ha fatto per “Donne che emigrano all’estero”, l’e-book – ma anche un sito – che raccoglie le testimonianze di queste 34 donne che si raccontano a ruota libera, attraverso una prospettiva intensa e piena di emozioni.

“Il bello delle donne è che hanno paura, ma alla fine trovano il coraggio di fare tutto”: così Katia Terreni spiega il suo progetto, nato nel febbraio 2014, durante una sua permanenza di lavoro alle Seychelles. E qui che decide di aprire una pagina Facebook in cui riportare i suoi racconti di viaggio, i pensieri e le emozioni legate all’esperienza all’estero. L’iniziativa raggiunge molte altre donne italiane in giro per il globo che iniziano a raccontarsi e confrontarsi su sogni, aspirazioni, paure, disagi. La pagina diventa ben presto un vero contenitore di storie. Da qui l’idea di trasformare tutto in un e-book che proponga una prospettiva nuova di esplorare il mondo: da un punto di vista tutto femminile.

Un punto di vista complesso e vario come la missione della “nostra” Silvia Cappelli che segue passo dopo passo ciò che Ai.Bi. fa a favore delle famiglie nepalesi rimaste senza casa dopo il terremoto. Nella capitale Kathmandu, il Centro Paani è stato convertito in un punto di prima assistenza per la distribuzione di acqua, medicinali e assistenza psicologica. Negli altri distretti colpiti dal sisma, Ai.Bi. ha allestito un centro educativo di emergenza e ha distribuito kit igienici. Nel post-terremoto, Silvia Cappelli e il personale Ai.Bi. continuano a seguire il percorso di lento ritorno alla normalità di tante famiglie e bambini a cui questo tragico evento ha tolto tutto. Un’esperienza che sicuramente segna nel profondo e che Silvia ha deciso di raccontare  in “Donne che emigrano all’estero”.

 

Fonte: Bigodino.it