Unioni civili. Marco Griffini (Ai.Bi): “Se il Governo avesse dedicato la stessa energia alle adozioni internazionali, migliaia di bambini abbandonati avrebbero oggi una famiglia”

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Se il Governo avesse dedicato alle adozioni internazionali anche solo un decimo dell’energia che ha impegnato  e continua impegnare alle unioni civili, beh chissà quanti bambini abbandonati avrebbero trovato una casa accogliente in Italia” . A dichiararlo è Marco Griffini, presidente di Ai.Bi., Amici dei Bambini, commentando l’annuncio del premier Matteo Renzi sull’approvazione della legge entro la fine dell’anno al centro di un intenso dibattito che coinvolge tutte le forze politiche in un confronto spesso trasversale tra maggioranza e opposizione.

Confronto su cui è intervenuto nei giorni scorsi anche mons. Nunzio Galantino, segretario generale della CEI (Conferenza episcopale italiana) che ha dichiarato “Non si può pensare a un Governo che sta investendo tantissime energie per queste forme di unione particolari e dall’altra sta mettendo all’angolo con la politica fiscale la famiglia fatta di padre, madre e figli che deve essere un pilastro fondamentale della società

Concetto ripreso dal presidente Griffini che pensa alle “tante energie non impiegate per le adozioni internazionali che ha visto dimezzato dal 2010 il numero dei minori accolti in Italia continuando a vivere la crisi più grave della sua storia”.

“Dopo il picco toccato nel 2010, infatti, con 4.130 bambini stranieri adottati nel nostro Paese – continua Griffini –, il crollo è stato repentino: 4.022 nel 2011, 3.106 nel 2012, 2.825 nel 2013, circa 2mila nel 2014. Se i dati forniti dalle proiezioni per il 2015 trovassero conferma alla fine dell’anno, vorrebbe dire che il numero dei minori adottati si sarebbe ridotto del 56% in soli 5 anni. Inoltre da oltre un anno e mezzo aspettiamo la tanto millantata riforma delle adozioni internazionali, ma il governo non solo sembra essersene dimenticato ma evidentemente pensa ad altro”.

Per Griffini “lo prova la totale assenza e latitanza di quell’apparato istituzionale, quale la CAI che dovrebbe dedicare unicamente il suo tempo al rilancio delle adozioni internazionali e invece sembra essersi chiusa – come  è stato da più voci evidenziato nel  ‘familiylab2’ appena conclusosi – in una ‘campana di vetro’, inossidabile alle richieste di chicchessia: famiglie, enti autorizzati, associazioni , istituzioni ….” 

Rispetto alle vere urgenze che si impongono è paradossale, dunque, tutta questa attenzione alle unioni civili – conclude Griffinisenza poterne riscontrare altrettanta in effettive misure di sostegno alla famiglia. E’ un governo che sta investendo molteplici energie per queste forme di unioni particolari e di fatto sta mettendo all’angolo la famiglia tradizionale che deve essere un pilastro della società“.