Unioni Civili. I diritti dei bambini contro gli interessi degli adulti: due partiti a confronto

ALFANO“Le unioni civili non sono un’emergenza nazionale”. Pur nella brevità imposta da Twitter, il ministro dell’Interno Angelino Alfano fa sentire forte e chiara la sua voce sul delicato tema al centro del disegno di legge Cirinnà sul quale si stanno concentrando le discussioni politiche di questi giorni. In Parlamento sembrano essersi delineati due schieramenti, trasversali a maggioranza e opposizione, ma ugualmente contrapposti: il “partito” che difende i diritti dei bambini e quello che invece sembra intenzionato a tutelare maggiormente gli interessi degli adulti.

Dalla parte dei primi si schiera proprio il leader nel Nuovo Centrodestra, che nel suo tweet di lunedì 12 ottobre dichiara: “Sì a più diritti anche patrimoniali. No ad adozioni. Bambini hanno bisogno di mamma e papà”. E poi spiega: “Gli italiani in larga maggioranza vogliono una buona legge, ma non sono disponibili ad ammettere che i bambini siano penalizzati. E sull’utero in affitto, per noi ci vuole addirittura la sanzione penale.

Nessuna concessione quindi a chi vuole un figlio a ogni costo e a chi non riconosce il diritto di ogni bambino ad avere una mamma e un papà. Alfano si dice consapevole del fatto che il divieto di usufruire dell’utero in affitto, contenuto nella legge 40, sia facilmente aggirabile e che il meccanismo della stepchild adoption consentirebbe di ripetere lo stesso percorso. La stepchild adoption, infatti, permetterebbe a un membro della coppia di adottare il figlio del partner: ricorrendo alla maternità surrogata, ciò sarebbe possibile anche all’interno di una coppia omosessuale. “Noi temiamo – ha detto Alfano – che attraverso norme scritte in modo ambiguo si violino alcuni paletti fissati dalla Corte Costituzionale, si faccia una sorta di equiparazione del matrimonio. I bambini hanno diritto ad avere un papà e una mamma e il loro diritto viene prima di quello di tutti gli altri.

Gli fa eco il segretario di Scelta Civica Enrico Zanetti che ribadisce il suo no alle adozioni così come sono previsti nel progetto di legge sulle unioni civili. “Con questa norma – commenta Zanetti – nel tentativo di dare una soluzione a casi molto limitati si rischia di crearne di nuovi in numero molto maggiore, relativi ad altre situazioni che si verrebbero a creare, come l’utero in affitto o situazioni similari”. Il discorso del segretario di Sc non riguarda solo le coppie gay, ma una questione di principio: “Siamo per un’apertura piena al riconoscimento dei diritti sul piano dell’affettività e dei diritti ed obblighi reciproci dei partner. La nostra perplessità nasce quando entrano in ballo i diritti di altre persone, il cui interesse deve essere preminente. Ed è, appunto, il caso delle adozioni dei figli”.

Lo stesso Zanetti evidenzia lo scontro tra i due “partiti” trasversali: “La discussione – dice – è andata avanti spesso fra persone che non avevano voglia di ascoltarsi”. Come ha dimostrato lo stesso premier Matteo Renzi quando, domenica 11 ottobre, intervistato da Fabio Fazio su Rai 3, ha ribadito l’intenzione di andare avanti spediti. Ma dubbi e perplessità stanno emergendo anche nel suo stesso Partito Democratico.

 

Fonte: Avvenire