Unioni civili. “Il ddl Cirinnà è incostituzionale”: anche Mattarella sulla linea dei giuristi cattolici. E Gasparri (FI) chiede sei mesi per interventi a favore della famiglia

mattarellaLe perplessità sul disegno di legge Cirinnà raggiungono il Colle più alto di Roma. Intervenendo sulla proposta di regolamentazione delle unioni civili, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha avanzato dubbi sulla possibilità che il ddl rispetti la volontà dei costituenti, i quali “hanno stabilito che il matrimonio debba essere tra persone di sesso diverso”. In pratica, secondo il Capo dello Stato, per fare passare il ddl Cirinnà si dovrebbe prima modificare la Costituzione.

Un’analisi che trova d’accordo anche l’Unione dei giuristi cattolici italiani. L’Ugci ribadisce infatti la sua contrarietà “a ipotesi normative che rendano omologhe alla famiglia altre forme di convivenza, che della famiglia non hanno i caratteri e le spettanze”. Che divergano, insomma, da quanto previsto dagli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione. Di conseguenza, secondo i giuristi cattolici, dal ddl andrebbero stralciati “tutti i rinvii alla disciplina del matrimonio” e alle adozioni, al fine di “evitare che i diritti dei soggetti deboli per definizione siano negletti e messi in ombra da interessi politici e da orientamenti ideologici”. La proposta di legge non sembra quindi aver preso in adeguata considerazione i diritti dei minori, “considerati oggetti piuttosto che soggetti” e a rischio di essere “pregiudicati dalla cosiddetta stepchild adoption”. Di questa, l’Ugci contesta “fondamento e finalità, non sussistendo alcun diritto fondamentale che la giustifichi”. Rivendicata come una sorta di “traguardo simbolico da raggiungere”, la stepchild adoption attualmente non sarebbe, a parere dei giuristi cattolici, oggetto di una discussione che ne tenda in adeguata considerazione “i suoi aspetti e le possibili implicanze”. Altro punto di divergenza tra l’Ugci e il ddl è la definizione dell’unione civile come “formazione sociale”: la disciplina del rapporto contenuta nella proposta di legge, secondo i giuristi, “è esattamente quella del matrimonio” e ciò “solleva evidenti problemi di legittimità costituzionale”. Di fatto, lo stesso aspetto messo in evidenza da Mattarella.

L’Ugci guarda quindi “con viva preoccupazione all’attuale dibattito politico e mediatico” sul tema. Un dibattito che si starebbe sviluppando “essenzialmente in una prospettiva individualistica”, “nell’ambito meramente ideologico e della contrattazione fra i partiti”, senza tenere conto “della complessità di relazioni personali e sociali sulle quali le progettate modifiche legislative verrebbero a incidere”.

Anche secondo Maurizio Gasparri di Forza Italia a prevalere sarebbe “una posizione ideologica, un’urgenza dettata da una lobby e da élite che non trovano riscontri in un’emergenza sociale”. Gasparri punta il dito in particolare sull’adozione gay. Per il senatore di Forza Italia, sostenere che per un bambino sia meglio avere due genitori dello stesso sesso che rimanere in istituto è un “falso comunicativo”, perché “in Italia le richieste di coppie che vogliono adottare sono molte di più dei bambini che chiedono di essere adottati”. “Senza allentare i controlli sui requisiti delle coppie – afferma Gasparri – urge una riforma che faciliti l’adozione”. Si tratterebbe di uno dei provvedimenti a favore della famiglia auspicati dal senatore azzurro, il quale chiede “sei mesi di moratoria per mandare avanti interventi sulla famiglia e sulle adozioni di sicuro più urgenti e sentiti”. Andando di fretta, avverte Gasparri, “si rischia una legge squilibrata che aprirebbe la strada a forzature ulteriori che potrebbero arrivare per via giurisprudenziale”. Gasparri assicura infine la propria presenza al Family Day del 30 gennaio, certo che “questa manifestazione potrà contribuire a rimettere in carreggiata un dibattito sin qui molto squilibrato e penalizzando per la famiglia”.

 

Fonte: Avvenire