Unioni civili. Per gli italiani, il “no” alle adozioni gay è forte e trasversale

sondaggio“Sì” al pieno riconoscimento dei diritti delle unioni civili nelle coppie eterosessuali, ma soprattutto un forte “no” a tutto ciò che metta in pericolo i diritti dei bambini. Così si sono espressi gli italiani, interpellati in un sondaggio sui temi del Disegno di legge Cirinnà. Con qualche differenza tra mondo cattolico e mondo laico, ma senza variazioni sostanziali sugli aspetti più “sensibili”, primo fra tutti quello delle adozioni.

Il campione intervistato dall’agenzia IPR Marketing si schiera a larga maggioranza a favore del riconoscimento delle unioni civili eterosessuali, con il 74% di consensi, La percentuale scende però sotto il 50% quando si parla di unioni tra cittadini dello stesso sesso: in questo caso favorevoli e contrari sono quasi in pareggio, 46% contro 40%. Ancora meno, 38%, quelli favorevoli a riconoscere alle coppie gay anche la possibilità di unirsi in matrimonio.

Il tema più sensibile e controverso è però quello delle adozioni. In questo caso, il parere degli italiani intervistati prende quasi la forma di un plebiscito a favore del “no” all’adozione di un bambino da parte di coppie omosessuali: solo il 15% si dice d’accordo con questa possibilità. Una maggioranza schiacciante di contrari, dunque, che non può essere dovuta solo al ruolo esercitato, su questioni di questo tipo, dalla propria fede religiosa. Sul tema delle adozioni, gay, infatti, la categoria dei contrari pare essere decisamente trasversale e mossa essenzialmente da considerazioni di carattere etico: il diritto di un bambino ad avere un papà e una mamma sembra quindi lampante a quasi tutti, cattolici o laici.

Limitati anche i “sì” all’ipotesi di adozione di un minore da parte di unioni civili eterosessuali: non più del 50%.

Nel mondo cattolico, qualche differenza persiste tra praticanti e non praticanti. I primi sono generalmente d’accordo sul riconoscimento civile delle coppie eterosessuali, mentre su quelle omosessuali dicono “no” 2 intervistati su 3 (66%). La contrapposizione si attenua con i non praticanti, tra cui i contrari alle unioni civili gay scendono al 45%. Ma è in tema di diritti specifici che le divergenze si allargano. Nei confronti delle coppie omosessuali, il 72% sarebbe favorevole alla possibilità di assistenza di un partner convivente in caso di ricovero in ospedale e il 55% ammetterebbe che il partner divenga erede naturale pro-quota, insieme ad altri eventuali familiari, in caso di decesso del compagno. La maggioranza si dice invece contraria alla garanzia del mantenimento economico in caso di rapporto di convivenza e alla reversibilità della pensione del convivente: due ipotesi approvate rispettivamente solo dal 44% e dal 32% del campione intervistato.

In sintesi: il riconoscimento giuridico pieno per le relazioni etero è generalmente accettato, più controverso quello dei diritti specifici, mentre per quanto riguarda le coppie gay la netta maggioranza si dichiara ancora contraria.

 

Fonte: Quotidiano.net