USA: l’affido familiare? Una fabbrica di abbandoni

children huggingLo Stato di New York ha deciso di osservare da vicino il suo foster care (sistema statunitense degli affidi) e ha scoperto che una altissima percentuale di bambini adottati viene prima o poi abbandonata dalla coppia e torna nuovamente sotto la tutela dello Stato. Una delle cause principali sono i vari spostamenti, da una famiglia affidataria all’altra, che questi minori hanno subito prima dell’adozione e che hanno causato profondi traumi psichici. Mancanza di fiducia, abusi e incertezze, portano questi bimbi a reagire, spesso violentemente, nei confronti della famiglia che accetta di adottarli.

Prima del 1996 i bambini dello stato di New York, che venivano sottratti ai genitori biologici, rimanevano spesso nel limbo del foster care per svariati anni, passando da una famiglia all’altra. Quando poi una nuova legge aveva decretato che, dopo 15/22 mesi d’affido, il foster care avrebbe dovuto attivare le pratiche per trovar loro una famiglia adottiva e permanente, la realtà era rimasta spesso inalterata. E quei minori avevano continuato a passare da una casa all’altra.

A distanza di 15 anni, però, una nuova analisi pubblicata nella Capital University Law Review e scritta da due avvocati (che rappresentano sia i minori del foster care che le famiglie

adottive) annuncia percentuali quasi tragiche: oggi quasi il 25% dei bambini adottati dal foster care viene abbandonato dalla famiglia adottiva.

Gli autori hanno dichiarato che dopo 10 o 15 anni quei minori, divenuti nel frattempo teenager traumatizzati e problematici, tornano nel foster care e vengono bollati col codice di PINS (persona che abbisogna di supervisione) o quello di delinquente minorile, qualora i genitori li dichiarino violenti e pericolosi.

La minoranza di questi ‘nuovi orfani’ torna a vivere coi genitori biologici, mentre molti vanno a vivere, in qualche modo, da soli senza più neppure contattare gli assistenti sociali. Il New York Children’s Services, che si occupa della tutela dei minori, ha dichiarato che ufficialmente circa il 6,1 % dei bambini adottati dal foster care torna sotto la tutela dello Stato, ma che la percentuale reale sarebbe di gran lunga più alta se si aggiungesse il novero dei ragazzi che semplicemente vanno a vivere da soli.

Dianne Heggie, portavoce del Council of Family and Foster Caring Agencies, ammette: “Il più

delle volte la famiglia adottiva dopo qualche anno ci riporta il figlio e lo abbandona nelle mani dello Stato, dicendo ci non voler più avere nessun tipo di contatto con lui.”

Quelle storie la addolorano: “Dobbiamo renderci conto che una volta terminati i contatti con la famiglia biologica abbiamo il compito di occuparci a fondo della tutela e del futuro del minore. Non dico che l’adozione non sia una soluzione perfetta, ma dobbiamo fare in modo che questi bambini non arrivino all’adozione dopo anni trascorsi con la valigia in mano, passando da una casa all’altra. Perdere una madre o un padre lascia profondi segni, perderne due li ferisce in maniera irreversibile.”

Gli assistenti sociali e gli avvocati sono troppo spesso colpevoli di insistere affinché una famiglia affidataria accolga non un piccolo ma un ragazzino di una certa età”, spiegano gli autori dello studio Dawn Post and Brian Zimmerman, “E quando i genitori si lamentano per il comportamento severo del minore, gli assistenti sociali chiedono loro di “provarci ancora per un po’, che forse le cose miglioreranno”.

Lo fanno, spiegano i due legali, perché lo Stato, saturo di minori, ha disperatamente bisogno di famiglie adottive.

“Ma se una coppia dichiara di avere dei dubbi sul minore e di non essere sicura di volerlo adottare, dobbiamo capire che la situazione familiare molto probabilmente non migliorerà e che spesso il minore verrà cacciato via da quella casa.”

Un solo programma sponsorizzato dallo Stato, il TANF, sembra aver trovato la formula giusta per aiutare genitori affidatari e minori a rischio. Il loro centralino, a quanto pare, non smette mai di suonare e mancano le risorse necessarie per aiutare tutte le coppie.

C’è poi la realtà dell’assegno familiare: un sussidio statale che negli USA varia attorno ai 400 euro mensili e che invoglia molte coppie ad accogliere un minore senza capire quale sia la struttura necessaria per adottare un ragazzino traumatizzato. Di fronte ai gravi problemi psicologici del minore, dopo qualche mese, anche quell’allettante sussidio cessa d’interessare.

Alla base del problema, conclude lo studio, rimane appunto la mancanza di educazione per le coppie e una società che non offre i sostegni necessari ad una famiglia che ha accolto un minore traumatizzato.

 

(Fonte: http://www.citylimits.org/news/articles/4716/growing-concern-over-broken-adoptions#.UPVnrSdEHQg)

(Dalla nostra inviata Usa, Silvia Kramar)