Utero in Affitto. La CEI esprime preoccupazione “per l’avanzare di visioni che rischiano di distorcere l’idea stessa di famiglia”

L’organo dei Vescovi Italiani interviene nel dibattito intorno all’utero in affitto esprimendo tutta la sua preoccupazione per “il crescente individualismo”. Condanna senza appello per l’utero in affitto

Nel dibattito che infuria sulla questione dell’Utero in Affitto, fa sentire la sua voce anche la CEI. Una voce autorevole, quella dell’organismo dei vescovi italiani, che non poteva rimanere silenziosa o parlare per bocca di qualche singolo rappresentante. E, infatti, la presa di posizione arriva in maniera ufficiale attraverso il comunicato finale emanato al termine della sessione primaverile del Consiglio Episcopale Permanente, svoltosi a Roma dal 20 al 22 marzo sotto la guida del Cardinale di Bologna e Presidente della CEI Matteo Zuppi.

Condanna senza appello per l’utero in affitto

Nel comunicato vengono toccate tutte le diverse questioni trattate durante il Consiglio, a partire dal ribadire come non ci sia contraddizione tre la vita di fede e l’impegno sociale e come la Santa Messa rimanga l’appuntamento essenziale per chi crede.
Venendo agli argomenti più legati alla situazione del Paese e alle criticità del dibattito pubblico, i Vescovi, pur senza mai utilizzare le parole “utero in affitto” sottolineano la “forte preoccupazione per il crescente individualismo. E per l’avanzare di visoni che rischiano di distorcere l’idea stessa di famiglia”. Prosegue, poi, il comunicato della CEI: “Come sancito dalla Costituzione, infatti, la famiglia è e resta il pilastro della società, garanzia di prosperità e di futuro. Riconoscere l’istituto familiare nella sua originalità, unicità e complementarietà significa tutelare, in primo luogo, i figli, che mai possono essere considerati un prodotto o l’oggetto di un pur comprensibile desiderio. In tal senso, molte persone ormai, pur con idealità diverse, riconoscono come inaccettabili pratiche che mercificano la donna e il nascituro”.

L’impegno contro la denatalità e la povertà educativa

I Vescovi italiani non mancano di dedicare una considerazione anche nei confronti del drammatico problema della denatalità: “La costante diminuzione delle nascite  – scrivono – dice di una sfiducia nel futuro che fa rinviare la genitorialità e che determina squilibri generazionali con inevitabili ripercussioni nel tessuto sociale del Paese… Per questo è auspicabile che vengano messe in atto tutte quelle politiche attive che favoriscono la natalità e la famiglia ricostruendo quella fiducia nel domani che sembra venuta meno negli anni”.
L’ultima riflessione (prima della parte finale del comunicato interamente incentrata sulla questione migratoria) è dedicata alla situazione di povertà economica ed educativa che caratterizza ancora troppi bambini: “È necessario e urgente – auspicano i Vescovi – dedicare tempo e risorse alla questione educativa, nell’ottica del Patto educativo globale proposto da Papa Francesco”.