Verona, verso un nuovo umanesimo: la famiglia italiana chiamata ad accogliere

famiglia accoglienteLa famiglia è il primo luogo dell’accoglienza dell’altro, di valorizzazione e di riconoscimento delle differenze individuali. Con l’obiettivo di definire un percorso nazionale che promuova cammini ecclesiali locali per accompagnare, formare e sostenere le famiglie nel vivere concrete forme di apertura agli altri, il 20 e 21 marzo si terrà a Verona il seminario “Chiamati ad accogliere. La famiglia genera nuovo umanesimo”. L’iniziativa – organizzata dall’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia, dalla Caritas Italiana e dal Forum delle Associazioni Familiari – vedrà impegnati i rappresentanti di numerose associazioni e movimenti ecclesiali già attivi nel campo della promozione dell’accoglienza e della solidarietà familiare. Presente anche una delegazione di Amici dei Bambini e della comunità “La Pietra Scartata”, composta da Cristina Riccardi – membro del consiglio direttivo de “La Pietra Scartata” e coordinatrice nazionale della commissione “Relazioni familiari e diritto” del Forum delle Associazioni Familiari – e Diego Moretti, coordinatore dei servizi di accoglienza di Ai.Bi. Nel corso del seminario – che si svolgerà presso il Centro Unitario Cooperazione Missionaria, in via Bacilieri 1/a – verrà presentato il Percorso Nazionale “Famiglie chiamate ad Accogliere”, finalizzato a rilanciare la cultura e la pratica dell’accoglienza e della solidarietà familiare nelle comunità ecclesiali locali.

La discussione muoverà dalla constatazione della sempre più diffusa solitudine che, nella società in crisi, sovente provoca isolamento ed esclusione sociale. Quella solitudine che Papa Francesco definisce “una delle malattie più diffuse oggi in Europa”, principale causa di quella che lo stesso Pontefice chiama “globalizzazione dell’indifferenza”, “che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri”. Tuttavia, a fronte di questa crisi e delle numerose difficoltà della nostra epoca, la famiglia è ancora potenzialmente il più importante ammortizzatore sociale. Essa, infatti, svolge un importante ruolo educativo, provvede alla cura dei più piccoli, a sostenere lo studio e l’avvio dell’autonomia dei giovani, a prendersi cura dei non autosufficienti, ad assistere gli anziani. La famiglia italiana – con migliaia di nuclei impegnati nelle diverse forme di accoglienza e di sostegno – è quindi in prima linea nei percorsi della solidarietà straordinaria.

Questa capacità va però alimentata, educata e custodita, perché anche nella famiglia è sempre in agguato il virus dell’indifferenza, dell’inimicizia, dell’ostilità e della violenza verso l’altro. Per questo, tutte le famiglie vanno accompagnate nel riconoscimento e nella valorizzazione della diversità, dell’altro in quanto diverso da sé come valore da promuovere e non come minaccia da cui difendersi. “E questo – si legge nel documento di presentazione del seminario veronese – vale per la società interculturale e per l’accoglienza dei migranti, per l’accoglienza dei disabili, per l’inserimento sociale degli emarginati, per il sostegno ai bambini privi di cure familiari.

Tutto questo richiede un’ampia azione pastorale, volta a sensibilizzare, formare, accompagnare l’apertura delle famiglie agli altri, con la consapevolezza che, come scrisse il Papa emerito Benedetto XVI nell’enciclica “Deus Caritas Est”, “la carità non è per la Chiesa una specie di attività di assistenza sociale che si potrebbe anche lasciare ad altri, ma appartiene alla sua natura”.

Nello specifico, l’accoglienza familiare si sviluppa in forma comunitaria, in un sistema basato su una sorta di “famiglia di famiglie” e di “famiglie in relazione”, integrate e attive nelle diverse realtà ecclesiali e civili locali.

 

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