Viareggio, quando le istituzioni voltano le spalle all’accoglienza: niente più contribuito alle famiglie affidatarie

SOLDI“Si dice sempre che  i bambini sono al primo posto, ma solo a parole…” E’ amaro il commento di una mamma affidataria di Viareggio, in provincia di Lucca, appena venuta a sapere che il Comune non riuscirà più a garantire con continuità il contributo economico alle famiglie che accolgono un bambino in affido. Quei 400 euro al mese che aiutavano le coppie affidatarie a svolgere il proprio compito – educativo e di accompagnamento dei minori provenienti da situazioni complesse – non verranno più erogati automaticamente dall’amministrazione comunale. Mamme e papà accoglienti saranno quindi costretti ad andare a bussare alle porte degli uffici sociali per chiedere ciò che dovrebbe essere loro garantito. E questo non farà altro che scoraggiare altre coppie dal proporsi per l’affido di un minore: un percorso che vuol dire crescere un bambino altrui come un figlio proprio – tra scuola, gite, libri, sport – e che da ora in poi, a Viareggio, non potrà più contare sul supporto economico da parte delle istituzioni.

“Vi prego non fateci passare come accattoni – si sfoga quella mamma, di professione operaia –. Molte delle persone che scelgono di prendere un bambino in affido sono persone umili. Persone che con qualche sacrificio danno la loro vita per vedere sorridere il bambino, una volta tornato nella famiglia di origine”.

Genitori “temporanei” coscienti di quanto sia difficile vedere andare via quei minori accompagnati nel loro percorso di reinserimento, ma anche consapevoli di aver resto meno traumatico il loro distacco dalla famiglia di origine.

“Ma perché – si chiede la mamma viareggina – per tutto questo impegno fisico e morale è così difficile per il Comune trovare i 400 euro mensili?

 

Fonte: La Nazione