“Voglio una mamma e un papà”: un libro per ribadire che il vero diritto è quello del figlio e non dei genitori

voglio-una-mamma-e-un-papa“Ci sono due tipi di cure che si possono fornire ai bambini: uno riguarda il mangiare e cose di questo genere; quanto altro, i genitori capiscono cosa significa quando si parla loro di come “è stato tenuto” il bambino: “Questo bambino non è stato tenuto bene, è stato lasciato andare”. Se diciamo così, intendiamo che letteralmente la terra si è aperta sotto di lui e che non c’era alcuna sicurezza da nessuna parte, una specie di caduta infinita che può riapparire in ogni momento e che più tardi potrà manifestarsi nei suoi incubi e nei suoi disegni. Chi adotta un bambino così non deve soltanto prendersi cura di lui, ma esagerare tutto ciò che riguarda la cura del bambino in modo che questi si senta ‘tenuto’ saldamente”. (Donald W. Winnicot, “Bambini”)

Con questa citazione inizia “Voglio una mamma e un papà. Coppie omosessuali, famiglie atipiche e adozione” il libro scritto da Giovanna Lobbia e Lisa Trasforini, due psicologhe che operano da anni all’interno dell’Associazione “Amici dei Bambini”, pubblicata da Ancora collana Amici dei Bambini.

Questo libro rilegge il tema sempre più attuale dell’adozione rovesciando la prospettiva comune e partendo dal punto di vista del bambino, che – non va mai dimenticato – ha già subito il trauma dell’abbandono.

Le autrici affermano subito: “Essere genitori non è un diritto, (né degli eterosessuali né degli omosessuali). Essere figlio, invece, è un diritto di ogni essere umano“. Per questo il libro prende posizione anche sul tema della possibilità di adozione da parte “famiglie atipiche”: single, coppie-gay, famiglie allargate,  affermando che “…il minore abbandonato è una persona, che non ha scelto di essere abbandonato e ha il diritto imprescindibile di crescere ed essere educato in un contesto che possa assicurare – per quanto possibile – una crescita equilibrata”.

“Da qui, serenamente, senza polemiche o ‘crociate – continuano –, nasce il “no” a modelli “familiari” alternativi, non alla luce di una visione ideologica, ma di una valutazione legata al benessere totale del bambino.”

Un libro che rilegge un tema di grande attualità – la possibilità di adottare un bambino da parte di coppie omosessuali – rovesciando la prospettiva e partendo dal punto di vista del bambino. La genitorialità non è un diritto né degli eterosessuali né degli omosessuali.

Sono tre le parti in cui è suddiviso il libro: l’identità della famiglia adottiva (con una panoramica sulle famiglie d’oggi, il diritto ad essere genitore o quello ad essere figlio, il rischio della solitudine); l’identità del bambino abbandonato (con i numeri dell’adozione, le figure sicure di riferimento, i bisogni e le frustrazioni, il trauma dell’abbandono) e la terza e ultima parte con riflessioni e conclusioni con un articolo su padri e madre, indispensabili presenze e interrogativi aperti. Il libro è disponibile sul sito  di Ai.Bi.