Yemen: il dramma delle spose bambine

Che ne è dell’innocenza dei bambini? Che cosa abbiamo fatto di male? Perché devo essere costretta a sposarmi?

Questo è il drammatico grido di dolore di Nada Al-Ahdal, una bambina yemenita di soli 11 anni, che in un video apparso in rete, dice con tutta la forza, l’ingenuità e la disperazione della sua età che non è giusto, che non si farà rubare l’infanzia da un marito a cui deve andare in sposa per forza.

Ha un coraggio da leonessa e dimostra la forza di una donna matura più che quella di una bimba di quinta elementare.

Si è ribellata alla volontà dei suoi genitori di darla a un uomo adulto, mai visto. Dopo varie minacce di morte da parte della sua famiglia, è scappata di casa, si è rifugiata dallo zio e si è rivolta alla polizia per denunciare la madre e il padre, con cui giura di avere chiuso per sempre. “Ma che razza di persone minacciano in questo modo i propri figli? Avete rovinato i miei sogni! Ma non avete nessuna compassione nei vostri cuori? Preferirei morire piuttosto che sposarmi con uno sconosciuto!”, dice, guardando fissa la telecamera che la riprende.

Purtroppo non tutte le bambine hanno la forza Nada né uno zio o qualcuno disposto ad accoglierle ed aiutarle. Lei si è salvata dal matrimonio precoce, ma il dramma dell’infanzia negata è un fenomeno dilagante e in continuo aumento in molte regioni del mondo, soprattutto nelle zone rurali e nelle comunità più povere.

Sono circa una su tre (cioè 70 milioni) le donne nei Paesi in via di sviluppo, che si sono sposate prima dei 18 anni. Se la tendenza attuale proseguirà, entro il 2020, 142 milioni di bambine si sposeranno prima di aver compiuto la maggiore età. Si tratta di 14,2 milioni di bambine sposate ogni anno, vale a dire 37.000 ogni giorno (dati Unicef).

In particolare, i 10 Paesi dove è più alta questa percentuale sono: Niger 75%; Repubblica Centrafricana 68%; Ciad 68%; Bangladesh 66%; Guinea 63%; Mozambico 56%; Mali 55%; Burkina Faso 52%; India 47%; Eritrea 47%.

Nada è riuscita a sfuggire al suo crudele destino, ma non tutte ce la fanno. E’ lei stessa a denunciarlo nel video: “Ci sono tanti casi di bambini che si sono suicidati gettandosi in mare. Questo non è normale per dei bambini innocenti. Mia zia materna aveva 14 anni quando è stata costretta a sposarsi. È rimasta un anno con suo marito. Poi si è cosparsa di benzina e si è data fuoco.

Il matrimonio precoce è una violazione dei diritti umani fondamentali e influenza tutti gli aspetti della vita di una ragazza: nega la sua infanzia, ne compromette l’istruzione limitando le sue potenzialità, mette in pericolo la sua salute e aumenta il rischio di essere vittima di violenze e abusi.

Questo è un crimine. Semplicemente un crimine”, ricorda Nada.

Sì, è piccola Nada, ma dice una verità grande: è un delitto privare un bambino della sua infanzia e della sua innocenza.

Una vergogna davanti alla quale non si può restare in silenzio.