10 dicembre: giornata mondiale dei diritti umani. Dove siamo?

Gli uomini non nascono già uomini, ma bambini. Sembra un concetto semplice ma ci sono voluti ben più di 40 anni per la stessa ONU per accorgersi e dichiarare che anche i bambini hanno gli stessi diritti degli adulti.

Il 10 dicembre è la ricorrenza della proclamazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, documento con cui nel 1948 l’ONU ha proclamato la lista dei diritti fondamentali di ogni persona e che ha permesso di sviluppare in molti Paesi dei sistemi giuridici che hanno dato, nel tempo, a concetti inizialmente soprattutto etici, un’efficacia vera e propria. È per questa strada che si è giunti, per esempio, alla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, che solo da poco più di 10 anni ha il valore di una Costituzione nei Paesi membri. Precisamente dal dicembre 2009.
Ma cosa dice questo documento?
Parte da un principio semplice ma ancora oggi non scontato: ‘tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in libertà e diritti‘ e per questa via vengono dichiarati per tutti dei diritti individuali (alla vita, libertà, sicurezza, uguaglianza, al libero pensiero e alla libera opinione, di riunione e associazione…), diritti che si godono nei confronti della comunità (diritto a non subire interferenze arbitrarie, a muoversi e risiedere liberamente, a una cittadinanza, a fondare una famiglia, alla proprietà privata…), diritti politici per la facoltà di partecipare al governo del Paese (come elettore attivo e passivo), diritti economici sociali e culturali (a un lavoro di propria scelta, a una retribuzione equa e soddisfacente per un tenore di vita che garantisca salute e benessere a sé e alla famiglia, al riposo e alle ferie, all’istruzione, allo sviluppo della personalità, di godere delle arti e di partecipare al progresso tecnico…). Tutti hanno, infine, diritto a un ordine sociale e internazionale in cui questi diritti siano rispettati. 
In quel dopoguerra erano 48 i Paesi che hanno votato a favore del documento; 10 quelli che si astennero. L’Italia, che solo 7 anni dopo, nel 1955, entrò a far parte dell’ONU, non era tra questi.

Gli uomini nascono quindi liberi e uguali in libertà e diritti

Gli uomini non nascono già uomini, ma bambini, e diventeranno un giorno uomini e donne solo dopo essere cresciuti ed essersi sviluppati con le necessarie cure e la protezione degli adulti. E con i necessari stimoli.
Sembra un concetto semplice ma ci sono voluti ben più di 40 anni per la stessa ONU per accorgersi e dichiarare che anche i bambini hanno gli stessi diritti degli adulti e che, in più, i bambini hanno anche il diritto a una crescita equilibrata in una famiglia e in un clima di ‘felicità, amore e comprensione‘ e il diritto alla protezione, senza i quali non potranno sviluppare pienamente e liberamente la propria personalità né realizzarsi raggiungendo e poi mantenendo, una volta adulti, l’autonomia e la dignità riconosciute come diritti degli adulti. Era il 1989 quando il primo trattato internazionale sui diritti dell’Infanzia è stato approvato.
Ma, ancora, nulla di ovvio, perché la Convenzione sui diritti dell’Infanzia in realtà non è vincolante, non è, cioé, obbligatoria: il Comitato ONU (organo che ne monitora il rispetto nei Paesi membri), indirizza periodicamente ai Governi solo delle ‘raccomandazioni’, ma non ha poteri sanzionatori nel caso in cui i diritti previsti vengano violati.
E si è dovuto aspettare, poi, ancora altri 20 anni, affinché, nel 2009, con il Trattato di Lisbona, l’Europa si accorgesse anche dell’importanza dei diritti dei bambini nell’ottica della costruzione del futuro dell’uomo adulto: solo dal dicembre 2009, inoltre, è obbligatorio che in tutti gli atti relativi ai minori, siano essi compiuti da autorità pubbliche o da istituzioni private, l’interesse superiore del minore sia considerato preminente (art.24 Carta di Nizza), e non è granché, ma, adesso, tra gli obiettivi dell’Unione Europea, che si prefigge di promuovere la pace e il benessere dei popoli, figura anche la ‘promozione della tutela dei diritti del minore‘ (art.3 TUE).

La promozione dei diritti

Ma quali garanzie e quali rimedi ci sono per i bambini e gli adulti che vedono violati i propri diritti e che non hanno vite uguali a quelle ipotizzate sulla carta?
Innanzitutto, per poterli difendere, i diritti devono essere conosciuti e capiti. E tutti devono essere aiutati nel rispettarli e nel farli rispettare in un’ottica di fratellanza e di prevenzione. Siamo, perciò, tutti responsabili di diffonderne la conoscenza e la cultura.
In caso di violazioni dei diritti ci sono, poi, i rimedi previsti dalle procedure amministrative o giurisdizionali dei singoli Paesi, lasciati all’iniziativa del singolo interessato. Reclamare con le Istituzioni? Fare cause in tribunale che durano anni? E nel frattempo?
Le norme giuridiche sui diritti fondamentali dei bambini e ragazzi sono intrise di concetti etici, anche morali, e di ragioni prestate dalle scienze psicosociali che, anche se non sono dominio di tutti, le rendono leggi comprensibili, umane, semplici. In teoria. Ma molto complicate e lontane dalla realtà, nei fatti.
Basta pensare che*:
Tutti i bambini hanno diritto a crescere in famiglia. Invece in Italia, stando al 2019, i bambini fuori famiglia erano 27.607, ma non esistono dati certi e in alcune regioni il dato esatto non è disponibile.
Nessun bambino dovrebbe crescere fuori famiglia. Invece le informazioni sul numero delle persone di minore età che vivono fuori della propria famiglia di origine e che sono inserite in percorsi di affidamento familiare e in comunità di accoglienza continuano a essere non adeguate sia temporalmente (i dati disponibili si riferiscono al 2017), sia rispetto alle caratteristiche del percorso di accoglienza.
Ogni bambino con una famiglia in difficoltà temporanea ha diritto a un supporto dello Stato e a una protezione familiare per superare le difficoltà: non sono invece ancora disponibili dati comparabili rispetto ai servizi attivi sui territori a supporto delle famiglie e della genitorialità.
Diritto dei bambini all’affidamento familiare temporaneo, ove necessario: il supporto temporaneo può comprendere preferibilmente il collocamento in famiglie o persone affidatarie oppure in comunità e strutture in grado di dare cure e assistenza specializzate, a bambini e famiglie nel percorso di aiuto che dovrebbe durare al massimo 4 anni. Ebbene, i collocamenti in comunità sono aumentati (mille in più nel 2019) e si attestano a 2/3 circa rispetto al collocamento etero-familiare, inoltre nel 37,8% dei casi l’affidamento temporaneo dura oltre 4 anni.
Ogni bambino in affido temporaneo fuori famiglia ha diritto a rientrare nella propria famiglia o comunque ha diritto a una famiglia alternativa e definitiva. Purtroppo invece solo nel 49% dei casi l’affidamento è seguito dal rientro in famiglia o dall’affidamento preadottivo, nel 27% dei casi è seguito invece da un nuovo affidamento o collocamento in comunità e nel 3,6% dei casi non è addiritttura nota la destinazione dei bambini.
Per le violazioni di diritti dei bambini esiste un nuovo strumento da poco pioù di 5 anni: il Terzo protocollo addizionale alla CRC prevede un meccanismo di ‘segnalazione’ al Comitato ONU. Si tratta di poter comunicare le violazioni che possono essere fatte dagli Stati anche senza avvocati e anche dai bambini direttamente oppure da associazioni che rappresentino i bambini o gruppi di bambini. Per poter procedere è necessario fare attenzione al rispetto di alcuni criteri formali ed è quindi consigliato rivolgersi a chi è in grado di aiutare a valutare ed esporre bene il caso. Le segnalazioni sono gratuite e ci sono varie linee guida per aiutare in questo percorso:
La violazione da segnalare deve riguardare uno dei diritti previsti espressamente dalla convenzione ONU sui diritti dell’infanzia che è importante, quindi, conoscere bene.
Il 10 dicembre è anche la festa dei diritti fondamentali dei bambini di oggigli adulti di domani, che hanno uguali diritti, ma che hanno soprattutto la necessità di adulti più attenti al loro rispetto.
Che sia la festa di quei bambini.
Avvocato Enrica Dato, Ufficio diritti dei minori di Ai.Bi.
* fonte: Istituto dell’Innocenti dati al 2019 e “I diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza in Italia. I dati regione per regione. Novembre 2021″, gruppo CRC.
QUI, il documento)