17 novembre. Giornata mondiale della prematurità

Secondo i dati, nel 2020 nel mondo sono nati 13,4 milioni di bambini prematuri, 1 milione dei quali, circa, sono morti. In occasione della Giornata mondiale della prematurità, che ricorre il 17 novembre, vediamo quali sono le difficoltà dei bambini nati prima del termine

Per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche, i bisogni e i diritti dei bambini nati prima del termine e delle loro famiglie, è stata istituita, per il 17 novembre, la Giornata mondiale della prematurità.
La nascita prematura è una realtà molto diffusa e delicata, che richiede attenzione, prevenzione, ricerca e assistenza adeguata.

I dati sui bambini prematuri

Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), nel 2020 nel mondo sono nati 13,4 milioni di bambini prematuri, circa il 10% di tutti i nati, e circa 1 milione sono morti, uno ogni 40 secondi.
Molti dei sopravvissuti presentano alterazioni dello sviluppo e esiti che possono compromettere gravemente lo stato di salute a breve e a lungo termine.
In Italia, ogni anno nascono circa 25 mila bambini pretermine, pari al 6,4% di tutti i nati. Particolarmente fragili sono quelli nati a un’età gestazionale inferiore a 28 settimane – circa 1.200 ogni anno – perché non hanno completato la maturazione dei vari organi e apparati e sono ad alto rischio di sviluppare una serie di gravi patologie e poi di disabilità.

I controlli nei primi anni

La prematurità rappresenta un problema sanitario, sociale ed economico, che richiede adeguati investimenti per la sua prevenzione, anche migliorando le condizioni sociali delle donne in gravidanza, per promuovere ricerche di nuove cure nell’area materno infantile e per assicurare a tutti i prematuri un’assistenza appropriata. Una particolare attenzione va data anche ai loro controlli clinici nei primi anni di vita per identificare precocemente i disturbi dello sviluppo che possono giovarsi di adeguate terapie.
Tuttavia, la prematurità non è un fenomeno omogeneo nel mondo e nemmeno nel nostro Paese. Esistono infatti differenze legate a etnia, reddito e accesso a cure di qualità. Hanno una peggiore prognosi i nati, e non solo quelli prematuri, di genitori immigrati rispetto a quelli nati da genitori italiani e quelli che nascono nel Mezzogiorno rispetto a quelli residenti nel Centro-Nord.
Per questo, la Giornata mondiale della prematurità vuole essere un’occasione per far sentire la voce di questi bambini e delle loro famiglie, che spesso si sentono soli e incompresi, e per chiedere alle istituzioni e alla società civile di garantire loro il rispetto dei loro diritti e il sostegno necessario per affrontare le sfide che li attendono.