Mese: Febbraio 2017

Qual è la differenza tra una casa famiglia e una comunità educativa?

Ultimamente mi è capitato di leggere sui giornali – normali quotidiani o testate che si occupano del sociale – diversi articoli che parlavano delle cosiddette “case famiglia”. Con una certa sorpresa, ho notato che questi articoli, pur riferendosi appunto alle case famiglia, parlano spesso di educatori, operatori e psicologi. E non ho trovato alcun riferimento alla “famiglia”. – Risponde Cristina Riccardi (nella foto)

Nigeria. Il dramma del piccolo Hope: salvato dalla strada, ma non dall’ abbandono. Ha 35 fratelli ma è senza una mamma e un papà !

Il caso di Hope, il bambino nigeriano abbandonato perché ritenuto stregone e salvato da una volontaria danese a distanza di un anno continua a commuovere il mondo. Ora vive in un istituto e va a scuola. Ma cosa sarà di lui a 18 anni? Sarà un care leavers che cadrà nella rete della delinquenza? O peggio ancora del suicidio? O, nella migliore delle ipotesi, salirà su un barcone diretto in Sicilia? La vera risposta per le migliaia di bambini abbandonati dell’Africa non è l’assistenza fine a se stessa ma l’accoglienza familiare, l’adozione nazionale o internazionale.

Milano, l’abbraccio tanto atteso: così le famiglie adottive hanno celebrato davanti al Signore l’accoglienza dei loro figli

Ecco il momento culminante della Benedizione delle Adozioni, celebrata domenica 5 febbraio da don Massimiliano Sabatini, consigliere spirituale de La Pietra Scartata, nella chiesa di Santa Giustina a Milano: l’abbraccio fra i genitori adottivi e i loro figli, ex bambini abbandonati che nel corso dell’ultimo anno hanno ritrovato una famiglia. Dopo un percorso spirituale di preparazione, le famiglie adottive hanno così potuto celebrare comunitariamente, davanti al Signore, la propria scelta di accoglienza.

Usa. Jenniifer Bricker abbandonata perché nata senza gambe. Il miracolo dell’adozione: ”Niente è impossibile”. Oggi è un’acrobata e la migliore atleta del liceo.

Jennifer Bricker è nata senza gambe, e i suoi genitori biologici l’hanno data in adozione, perché non riuscivano a mantenerla. Fu allora che è stata adottata da Sharon e Gerald Bricker, che decisero che l’avrebbero cresciuta come gli altri figli. Ma soprattutto dicendole che non era permesso dire: “Non è possibile”.