Più di 300 bambini abbandonati negli ospedali ogni anno. Ma quanti quelli non contati perché “non trovati”?

La Società Italiana di Neonatologia chiarisce i dati sui bambini abbandonati in Italia negli ospedali. Impossibile una stima sui bambini abbandonati e, purtroppo, non trovati. Urge promuovere le Culle per la Vita e il Parto in Anonimato

La vicenda di Enea, lasciato alla clinica Mangiagalli di Milano, e quella della bambina partorita in un capannone e portata in ospedale subito dopo insieme alla mamma, che lì ha comunicato di non volerla riconoscere, hanno riportato su tutte le home page e le prime pagine dei giornali i temi delle Culle per la Vita e del Parto in Anonimato, le due misure pensate proprio per prevenire l’abbandono di quei bambini che i genitori non intendono riconoscere, affidandoli però a mani sicure e una veloce adozione.

Ogni anno circa 300 bambini abbandonati in Italia negli ospedali

Si è molto parlato, chiaramente, anche dei “numeri” relativi a questo fenomeno, citando da più parti il dato di 3000 neonati abbandonati ogni anno. La fonte è la Società Italiana di Neonatologia che nella giornata di giovedì 13 aprile ha emesso un comunicato in cui ha fatto delle giuste e utili precisazioni.
La stima dei 3000 bambini abbandonati, dice la SIN, è un dato “ormai superato, in quanto risalente al 2005”. L’unico riferimento esistente più recente è del 2015 ed è figlio di una indagine “condotta su un campione nazionale di 100 Centri nascita ed effettuata dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN).
In questa ricerca è stato individuato un totale di 56 neonati non riconosciuti dalle mamme su un totale di 80.060 bambini: “Nel 62,5% dei casi si tratta di neonati non riconosciuti da madri straniere e nel 37,5% da mamme italiane, con un’età compresa tra i 18 e i 30 anni nel 48,2% dei casi”. Questi numeri portano la SIN a stimare che il fenomeno dei bambini non riconosciuti alla nascita incide a livello nazionale per circa lo 0,07% sul totale dei bambini nati vivi”.
Rapportando questa percentuale ai nati nel 2015, anno della stima, che furono 485.780, si arriva a un totale di circa 340 bambini abbandonati alla nascita. Se la percentuale è rimasta questa, chiaramente, con il calo delle nascite sono calati anche gli abbandoni (su 400.000 nati, lo 0,07% “vale” 280 abbandoni).

Quanti sono i bambini abbandonati che sfuggono a ogni conteggio?

Chiarezza fondamentale e necessaria, per la quale ringraziamo la SIN, ma che non deve far dimenticare che questo 0,07% è riferito ai bambini che riusciamo a intercettare perché nati negli ospedali . Ma quanti sono quelli che vengono abbandonati e nessuno riesce a trovare? Di questi, chiaramente, un numero non c’è e non si può avere, ma chi lavora con le mamme in difficoltà, i bambini abbandonati e, in generale, le persone e le famiglie più fragili sa che, purtroppo, i numeri “invisibili” ci sono e non sono trascurabili.
Ecco perché, tanto per i bambini abbandonati “ufficialmente” quanto per quelli che nessuno vede e vedrà mai, è necessario continuare a promuovere e a far conoscere le alternative che esistono e che promuovono e difendono la vita: la Culla per la Vita e soprattutto la possibilità del parto in anonimato.
Per quanto riguarda quest’ultimo, in particolare, il Dott. Luigi Orfeo, Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN) ricorda come esso affora alla mamma “la possibilità di lasciare il piccolo nella struttura ospedaliera che li ospita, senza riconoscerlo e restando anonima, a personale competente che si occuperà di lui fino all’affidamento ad un’altra famiglia. In questo modo, il parto, pur nel rispetto della riservatezza e della privacy della donna, avviene in condizioni di sicurezza e in ambiente protetto, senza rischi per la mamma ed il neonato.”