Sardegna. Un altro neonato abbandonato in strada ricorda a tutti l’importanza di parto in anonimato e culle per la vita

A due mesi dall’ultimo fatto analogo, un altro neonato è stato abbandonato in strada a Osino, in Sardegna. Ancora una volta occorre ribadire la necessità di promuovere la cultura e la difesa della vita, che passano anche dal parto in anonimato e dalle culle per la vita

È proprio vero che, a volte, la realtà dei fatti è più forte delle nostre abitudini e delle nostre intenzioni. Perché, per quanto sia sbagliato, è fisiologico che le persone tendano a dimenticarsi di quello che solo fino a qualche giorno prima hanno chiamato “emergenza”: altre priorità si affollano nei giornali e nei pensieri, altre “urgenze” bussano alla porta della quotidianità… e si finisce per accantonare in un angolo della mente tutto il resto.
Ecco, allora, che la realtà interviene e ci risbatte in faccia senza tanti convenevoli la sua fredda verità: “Ti sembra sia passato tanto tempo da quando un bambino è stato abbandonato dai suoi genitori in un cassonetto (in realtà era solo un paio di mesi fa…)? E allora… eccotene un altro!”.

Il neonato abbandonato a Osino, vicino a Sassari, in Sardegna

È vero, detta così suono un po’ brutale, ma d’altra parte è proprio la realtà a essere tale: perché non c’è niente di semplice e di comodo nell’essere abbandonati, appena nati, in una fredda strada di Osilo, in provincia di Sassari, alle prime luci dell’alba.
Che la storia non sia ancora più “brutale” lo si deve solo al fatto che un passante ha notato il piccolo e ha chiamato il 118, che lo ha portato all’ospedale Santissima Annunziata dove è ancora sotto osservazione ma, secondo quanto si apprende dai media, in buona salute.
Il racconto del fatto da parte dell’Unione Sarda dice che la mamma del piccolo sia stata individuata e si trovi anch’essa ricoverata: secondo le prime ricostruzioni la donna avrebbe partorito in casa e, una volta reciso autonomamente il cordone ombelicale, avrebbe abbandonato il figlio sotto una vettura parcheggiata poco distante, dove poi è stato trovato dal passante.

Parto in anonimato e culle per la vita

Ora, intorno alla mamma ci sono le forze dell’ordine, ad acuire lo sgomento per una vicenda che avrebbe potuto essere ben diversa, se solo la donna avesse deciso di partorire in anonimato presso un qualsiasi ospedale, dove una legge che già esiste tutela la salute di tutte le mamme e di tutti i nascituri, dando la possibilità di partorire con la totale assistenza dei medici, senza riconoscere il figlio e senza rilasciare le proprie generalità. Un gesto che, oltre a garantire la sicurezza di tutti, offre al piccolo una strada spianata verso l’adozione e l’accoglienza come figlio in una nuova famiglia. Purtroppo, la conoscenza di questa possibilità è poco diffusa, e nessuno può sapere se la donna che ha abbandonato il bambino in strada ne fosse a conoscenza o meno.
Da qui la necessità di promuovere una volta di più il parto in anonimato, così come la costruzione di Culle per la Vita, che per quanto meno sicure rispetto all’assistenza di un ospedale, possono comunque offrire una possibilità in più per il bambino, che viene lasciato in un luogo caldo, riparato e dove istantaneamente si può intervenire per assisterlo. Il tutto lasciando ai genitori la possibilità di non dover spiegare a nessuno la loro scelta.
La cultura e la difesa della vita passano anche da qui!