Giornata per la vita. Il dono della vita

In occasione della 46^ giornata per la Vita, come non riflettere sul “dono” di quelle madri e quei padri che danno ai loro figli la possibilità di vivere una nuova vita, nella quale rinascere come figli veri?

Gli ultimi episodi di abbandoni di bambini, neonati o di pochi mesi, nelle varie città italiane (l’ultimo in ordine di tempo a Milano, che ha seguito di pochi giorni l’episodio di Aprilia) hanno un segno differente rispetto a quanto successo in passato: tutti questi minori non sono stati “buttati via” – termine orrendo ma tremendamente reale, che vale anche per ciò che avviene ogni giorno con le decine e decine di aborti – in cassonetti della spazzatura o in fondo a un fiume così da non farli mai trovare, quasi a cancellare quelle vite che nonostante tutto urlavano proprio la voglia di vivere, ma sono stati lasciati in posti ben visibili: in una carrozzina, davanti al pronto soccorso di un ospedale, o nell’androne di un palazzo, evidentemente con la volontà che venissero ritrovati velocemente e senza che potessero subire danni per la loro salute.
E, infatti, questi bambini sono stati ritrovati in buone condizioni di salute, con pannolini, coperte e biberon.
A ben vedere, al di là della devastante e impensabile disperazione che può attanagliare il cuore e le viscere di una madre che decide di abbandonare la propria creatura, sono episodi che si pongono come inni alla vita nascente. Episodi in cui l’amore vince e redime ciò che può essere un male trasformandolo in un bellissimo dono: “Sacrifico il mio amore di mamma per salvarti: rinuncio a te e io non sarò più con te, ma ti amerò sempre. Donerò questo amore di mamma a chi ti accoglierà: sarà lo stesso amore, ancora il mio amore per te .Perché tu possa rinascere, in questo amore, a una nuova vita. Ti lascio per farti rinascere, ti lascio perché tu possa essere un figlio, un vero figlio”.
Come non pensare, in questa giornata per la vita, ai milioni di “vite donate”, veri doni che rischiano, ogni anno che passa, di essere sprecati “sopravvivendo” abbandonati e dimenticati nelle migliaia e migliaia di orfanotrofi di tutto il mondo?
Doni che compiono ogni giorno la stessa identica lotta, nel silenzio del mondo, cercando di mantenere viva la speranza di poter ritornare a essere un figlio, una figlia… Di poter conoscere finalmente l’amore di una madre e di un padre… Di essere salvati, per sempre, dallo loro perdita e vivere finalmente un vera vita!
E… anche oggi si alza il loro “grido”!

Marco Griffini