Il 15 novembre saremo in 8 miliardi di persone nel mondo!

Entro il 15 novembre il mondo conterà 8 miliardi di abitanti e arriverà a 10,4 nel 2080. Una crescita trainata da India e Africa subsahariana, che pone di fronte a sfide decisive per il futuro

8 miliardi. Tanti saranno gli abitanti delle terra entro il 15 novembre, data prevista per la nascita dell’ottomiliardesimo individuo che abiterà il nostro pianeta. Nuovo traguardo di una crescita che nell’arco di due secoli ha visto aumentare di circa 7 volte la popolazione mondiale, anche se il ritmo è un po’ rallentato a partire dal 1950. Le proiezioni indicano, comunque, che l’aumento proseguirà a pieno ritmo fino a raggiungere un picco di 10,4 miliardi entro il 2080, per assestarsi successivamente senza registrare ulteriori incrementi particolari.

Una crescita disomogenea della popolazione mondiale

Il dato è significativo da più punti di vista: in generale, un tale aumento della popolazione certifica una migliore qualità della vita e, di conseguenza, una diminuzione della mortalità infantile. L’aspettativa di vita media, a livello globale, ha raggiunto i 72,8 anni nel 2019, con una differenza di quasi 9 anni rispetto al 1990.
D’altra parte, però, non si può non notare come questa crescita contrasti con quanto accade in diversi Paesi, Italia in testa, alle prese da anni con problemi di denatalità preoccupanti.
Non è un caso che l’80% della crescita, secondo quanto riportato dalle Nazioni Unite, si concentri nelle nazioni più povere, con la sola India che conta 1,4 miliardi di persone e che è destinata a superare la Cina come nazione più popolosa già a partire dal 2023. Gli altri Paesi nei quali, secondo il rapporto Onu “World Population Prospects 2022” si concentrerà, fino al 2050, più della metà globale del previsto aumento di popolazione sono Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Pakistan, Filippine, Egitto, Etiopia e Repubblica Unita di Tanzania.
Di contro, l’Europa è destinata a perdere circa 30 milioni di abitanti, con l’onda di denatalità che si allungherà verso est, coinvolgendo anche la Russia e la Cina.

Necessità di ripensare il futuro

La lettura di questi dati si presta a molte riflessioni e pone di fronte a questioni decisive, perché se da un lato è evidente come le migliori condizioni di vita generali siano un traguardo importantissimo, dall’altro non può non preoccupare il pensiero del reperimento delle risorse necessarie a sfamare un tale numero di persone, con gli esperti che sottolineano come nel mondo almeno 700 milioni di persone vivano già in condizioni di estrema povertà.
Anche l’allungamento delle aspettative di vita comporta la necessità di pensare all’implementazione dei sistemi di assistenza sanitaria e al miglioramento dell’istruzione in tutti i Paesi, unica via per cercare di garantire un’esistenza dignitosa e una maggiore possibilità di occupazione di quei giovani che, domani, saranno chiamati a prendersi cura di una popolazione anziano sempre crescente e a mantenere un sempre più oneroso sistema previdenziale e pensionistico.