Abbiamo fatto domanda di adozione internazionale, ma ci hanno chiamato per un affido: come è possibile?

Buongiorno Ai.Bi.,

vi scrivo per sottoporvi una situazione piuttosto complessa nella quale ci siamo trovati io e mia moglie.

Circa un anno fa abbiamo presentato domanda di idoneità per l’adozione internazionale, per la quale siamo stati ritenuti idonei e successivamente abbiamo conferito mandato a un ente autorizzato della nostra città. Qualche settimana fa, però, siamo stati contattati dai servizi sociali che ci hanno proposto un possibile affido. Ovviamente abbiamo precisato che siamo in attesa per l’adozione internazionale. Abbiamo anche ricordato di aver ritirato la disponibilità per l’adozione nazionale e di non aver mai dato quella per l’affido proprio evitare di fare coesistere due situazioni diverse ed entrambe impegnative psicologicamente.

Tra l’altro, in un primo momento, i servizi sociali ci ritennero ancora non sufficientemente maturi per poter accogliere un figlio adottivo e ci consigliarono di seguire un percorso di formazione. Effettuato questo, abbiamo ottenuto una relazione positiva e ci è stato concesso il decreto di idoneità.

Continuiamo a non capire, però, come mai siamo stati contattati per l’affido. Come è possibile che ciò sia avvenuto?

Un sentito ringraziamento per le spiegazioni che vorrete offrirci,

Giovanni

 

sonia albini 2 400 286Caro Giovanni,

dal punto di vista della legge italiana, non vi è alcun ostacolo a portare avanti contemporaneamente il percorso dell’adozione internazionale e quello dell’affido. Tuttavia, le perplessità sull’opportunità di fare questa scelta non mancano. Innanzitutto per la stessa ragione che lei ha citato nella sua lettera: si tratta di due percorsi entrambi psicologicamente impegnativi. A tal proposito, credo sia necessario sottolineare le profonde differenze tra le due forme di accoglienza: essere idonei per un’adozione internazionale, infatti, non comporta necessariamente essere pronti anche per un affido. Nel primo caso si tratterebbe di accogliere un bambino straniero in via “definitiva”, mentre il secondo prevede altre peculiarità: l’affido è un’accoglienza temporanea e presuppone la necessità di mantenere i contatti con i genitori biologici del minore accolto, perché l’obiettivo principale – non dimentichiamolo! – è quello del reinserimento del bambino nella sua famiglia di origine. Pertanto, se decideste di accettare la proposta di affido, dovreste effettuare un percorso di formazione e preparazione ad hoc per questa forma di accoglienza.

Qualora decideste di accogliere un minore in affido e contemporaneamente di portare avanti il percorso dell’adozione internazionale, è necessario sottolineare che l’eventuale arrivo di un figlio adottivo potrebbe turbare dal punto di vista psicologico il bambino in affido, il quale, quasi sicuramente, proviene già da situazioni di estremo disagio. Senza contare che andrebbe considerata anche un’altra variabile decisamente delicata: la durata dell’accoglienza temporanea.

Per il resto, dal punto di vista legale, niente avrebbe potuto impedire ai servizi sociali di proporvi un affido. Probabilmente chi vi ha contattato fa parte della stessa équipe che vi ha esaminati per l’adozione internazionale. E che, per quanto in un primo momento abbia avuto dei dubbi sulla vostra idoneità ad accogliere un figlio straniero, potrebbe invece avervi considerati adatti per un affido. Da qui la decisione di contattarvi per questa seconda forma di accoglienza.

Personalmente, vi consiglierei di riflettere con attenzione sulla scelta da compiere alla luce dei differenti approcci che adozione e affido richiedono, soprattutto se si decidesse di seguire i due percorsi contemporaneamente o a breve distanza l’uno dall’altro.

Un caro saluto,

 

Sonia Albini

Referente affido di Ai.Bi.