Vogliamo dare dei genitori a un bambino senza famiglia. È meglio l’adozione o l’affido?

Buongiorno Ai.Bi.,

siamo Valeria e Pierluca, una coppia sposata da due anni. Siamo fortemente intenzionati ad accogliere un bambino nelle nostre vite, ma siamo a digiuno riguardo le differenze sostanziali tra adozione internazionale e affido. Ci siamo documentati e abbiamo capito che per l’adozione internazionale le pratiche sono molto più lunghe. Potete darci chiarimenti e consigli?

Grazie,

Valeria e Pierluca

 

 

MACCHINA-DA-SCRIVERE11Cari Valeria e Pierluca,

innanzitutto siamo contenti che vi siate rivolti a noi di Amici dei Bambini per aprire il vostro cuore ad un bambino.

Vi spieghiamo subito in cosa consistono le differenze tra le due forme di accoglienza, in modo da agevolarvi nella scelta che pensate possa essere più consona alla vostra situazione famigliare.

L’affido familiare è una forma di accoglienza che andrebbe attivata quando una famiglia attraversa un momento di difficoltà e non riesce a prendersi momentaneamente cura dei figli. Per cui i minori possono essere accolti all’interno della famiglia affidataria per un periodo di tempo determinato, che, per legge, dovrebbe  durare al massimo 24 mesi.

L’affido apre maggiori possibilità per gli eventuali genitori affidatari, perché include: coppie sposate o conviventi, con o senza figli o anche single. Inoltre non ci sono particolari vincoli di età degli affidatari rispetto al minore affidato. È da tenere presente, però, che il fine ultimo dell’affido è il reinserimento del minore nel suo nucleo familiare di origine. Pertanto, la famiglia affidataria deve promuovere e garantire il mantenimento dei contatti e delle relazioni tra il bambino e i suoi genitori biologici. In ogni caso, chi si propone per un affido deve frequentare un percorso di formazione specifico per questa tipologia di accoglienza.

L’adozione, invece, è possibile per quei minori di cui è stato dichiarato lo stato di abbandono e, successivamente, quello di adattabilità. Per la legge italiana, l’adozione è possibile solo per le coppie sposate o stabilmente conviventi da almeno 3 anni. Per quanto riguarda quella nazionale, questa viene gestita interamente da istituzioni pubbliche. La coppia presenta al Tribunale per i minorenni la propria disponibilità, valida per 3 anni ed eventualmente rinnovabile per un altro triennio. Per l’adozione internazionale, invece, la legge prevede che la coppia, dopo aver presentato la domanda al Tribunale ed aver eventualmente ottenuto il decreto di idoneità, deve necessariamente rivolgersi a uno degli Enti Autorizzati iscritti al relativo Albo della Commissione Adozioni Internazionali. L’Ente a cui la coppia affiderà il mandato seguirà quindi tutta la procedura adottiva degli aspiranti genitori, fino all’incontro con il figlio. L’ente stesso provvede al percorso di formazione e accompagnamento della coppia.

L’adozione internazionale, a differenza dell’affido, prevede un taglio netto con la famiglia originaria del bambino che diventa a tutti gli effetti figlio della coppia che lo accoglie.

Queste sono, in breve, le differenze tra le due forme di accoglienza. A livello emotivo e soggettivo la scelta dipende da quanto spazio vogliate che il bambino abbia nelle vostre vite, ma in entrambi i casi dovrete armarvi di tanta pazienza e amore.

È importante, comunque, che nella scelta siate concordi perché sia l’affido che l’adozione richiedono molti sacrifici, ma in cambio questi bambini sanno donare amore in modo incondizionato.

In bocca al lupo,

un caro saluto,

Ufficio Stampa di Ai.Bi.