Adozioni internazionali. Costi Italia enti autorizzati: che giungla!!! Mi aiutate a capire?

Buongiorno Ai.Bi.,

mi rivolgo a voi in quanto ente storico che si occupa delle adozioni internazionali. Io e mia moglie abbiamo iniziato questo percorso e, dopo la consueta trafila di colloqui con i servizi sociali , ora siamo in attesa del colloquio con il Tribunale. Ci siamo quindi messi alla ricerca dell’ente autorizzato . Una scelta che si sta rivelando molto più complessa del previsto. Visionando i relativi siti internet ci siamo trovati di fronte a una vera e propria “giungla”, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti economici. Passando da un ente all’altro abbiamo l’impressione che le informazioni fornite siano sempre diverse, a volte confusionarie, altre volte troppo scarse se non assenti.

Sappiamo che è prevista una quota di costi fissi e una variabile in base al Paese in cui si andrà ad adottare, ma è praticamente impossibile riuscire a fare un confronto obiettivo e capire  le differenze tra un ente e l’altro . Mi aiutate a capire ? 

Grazie, 

Luca

 

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Caro Luca,

quello dei costi è giustamente uno degli aspetti che un’aspirante coppia adottiva prende maggiormente in considerazione prima di iniziare il percorso dell’adozione internazionale.

Le confermo che le spese per l’adozione internazionale, previste da ogni ente autorizzato, si dividono in una quota fissa e una variabile a seconda del Paese di origine del minore adottato. La quota fissa copre principalmente i servizi offerti dall’ente in Italia e il percorso di formazione e accompagnamento della coppia.

Dai siti internet dei principali enti italiani si evince che non è facile riuscire a fare un confronto perché non tutti gli enti espongono le spese previste in modo chiaro e raffrontabile. Alcuni non pubblicano neppure la carta dei servizi, altri presentano una cifra complessiva, altri ancora distinguono tra quota “base” e importo richiesto per la formazione. Una parte degli enti include nella cifra fornita anche ulteriori servizi, come le traduzioni dei documenti o il post adozione.

Si va dai 3.600 euro chiesti dall’ente Ami ai 7.500 di Enzo B – che comprende, come riportato dal suo sito, costi procedurali e costi accessori.

Sotto quota 5mila euro si collocano i costi previsti anche da – tra gli altri – Spai (4.400 euro) e Aipa (4.200 euro più 500 per la formazione). Ma mentre nel primo caso sono compresi anche gli incontri del post-adozione, nel secondo questi non sono menzionati.

La maggior parte degli enti presi in esame chiedono invece, per i servizi erogati in Italia, dai 5mila ai 6mila euro. Tra questi anche Ai.Bi. Amici dei Bambini che prevede 4.200 euro più 800 per la formazione. Poco più onerose le richieste di La Primogenita (5.000 euro più 300 per la formazione), Ariete e Nidoli (5.500, ma senza specificare a che cosa facciano riferimento di preciso), Cifa e Asa (5.800, con il primo che chiede 4mila euro al momento del conferimento incarico e 1.800 all’abbinamento e il secondo che comprende, nei 5.800 euro, 700 per la formazione), Naaa, Aiau  e Ciai (5.900). Di questi ultimi 3, il secondo prevede, compresi nella cifra, i 300 euro per la formazione, mentre il Ciai chiede 5.650 più 250 per la formazione pre-mandato.

Oltre questa quota, sempre facendo riferimento agli enti presi in esame, troviamo il Nova, la cui quota richiesta per i servizi in Italia è di poco inferiore ai 7mila euro, ma comprende anche il post-adozione e la traduzione dei documenti del bambino prima dell’adozione.

Ricordiamo infine che le linee guida della Commissione Adozioni Internazionali prevedono che, all’atto del conferimento dell’incarico, gli enti autorizzati possano chiedere alla coppia una cifra non superiore al 50% di quella totale prevista per i servizi in Italia.

Certo, ci sarebbe bisogno che qualcuno imponesse una uniformità, come previsto dalle linee guida: a parità di servizi resi, parità di costi. Erano infatti indicate tre fasce di costi, proprio in relazione ai servizi – per esempio il numero delle sedi dislocate sul territorio, il numero degli operatori addetti  e così via – resi da ogni ente .

Ma qui ci vorrebbe una CAI funzionante e attiva  e, purtroppo, come sa, da tre anni non c’è.
Un caro saluto,

 

Cinzia Bernicchi

Adozioni Internazionali di Ai.Bi.