La realtà che non ti aspetti: per i nostri giovani l’adozione è preferibile alla fecondazione assistita

L’indagine ha ipotizzato per gli intervistati di dare un consiglio alle coppie senza figli che vorrebbero averne

Particolarmente ‘gettonata’ è risultata l’adozione, che ottiene un consenso decisamente superiore rispetto alle tecniche di concepimento artificiale, sia omologo che eterologo. Il mondo giovanile si sente personalmente a disagio di fronte a soluzioni ‘di frontiera’. I favorevoli all’adozione sono risultati più finalizzati alla crescita del sé e più benevoli verso gli altri

Adozione batte fecondazione assistita: è questo il risultato dell’anteprima del Rapporto Giovani che l’Istituto Toniolo pubblicherà il prossimo anno, attingendo ai dati del 2017 ormai in conclusione. Un’anticipazione del report è già stata resa pubblica, con focus soprattutto sul modo in cui l’universo giovanile italiano vede il confronto tra l’adozione e l’ottenimento di figli mediante le tecniche di fecondazione artificiale.

Il risultato, rispetto all’ipotesi di consigliare a una coppia che non riesce ad avere figli naturalmente l’uno o l’altro tipo di metodo per avere un figlio, è che la maggioranza propenderebbe per indicare l’adozione rispetto al secondo sistema. Particolare prudenza, per non dire sfiducia, i giovani del nostro Paese l’hanno mostrata soprattutto per metodi ‘di frontiera’, come la fecondazione eterologa.

Un sentimento negativo che ‘esplode’ laddove viene chiesto ai giovani di immaginare direttamente se stessi nella possibilità di avere un figlio con i vari modi possibili: con concepimento naturale, attraverso l’adozione o mediante le fecondazioni assistite.

In questo caso, il senso d’identità dei ragazzi è letteralmente messo in crisi dall’ipotesi di fecondazione eterologa, associato a livelli molto bassi di stima di sé (24,5%), di senso della vita (26,3%) e di senso di vicinanza agli altri (23,5%). Il concepimento naturale, viceversa, risulta rinforzare e aumentare il senso d’identità (per gli indicatori precedenti, rispettivamente 58%, 48,6% e 39%). Logicamente un po’ meno forte, ma comunque più affidabile dell’eterologa continua ad essere ritenuta l’adozione.

Una curiosità emersa dall’indagine: secondo gli esperti, avere un orientamento più finalizzato alla crescita del sé e più benevolo verso gli altri (la cosiddetta ‘autotrascendenza’) porta ad avere un atteggiamento più aperto verso l’adozione rispetto a quello delle persone interessate soprattutto alla propria realizzazione personale (cd. ‘autopromozione’). Un dato che, nella realtà, non collima con i fatti, visto che il 97% delle adozioni internazionali nel nostro Paese registrano un successo e, con esso, una maggiore realizzazione di tutti i componenti del nucleo familiare che si è aperto all’amore e all’accoglienza verso un bambino abbandonato.

Fonte: Avvenire